Le persone più attive all’interno delle nostre comunità di italiani all’estero e quelle che comunque guardano al nostro mondo con interesse e curiosità da alcune settimane hanno concentrato la loro attenzione, com’è giusto che sia, sulla tornata elettorale del 19 dicembre, nella quale rinnoveremo finalmente la composizione degli organismi di rappresentanza di base, i COMITES. Purtroppo, i tempi ristretti previsti per rispettare la disposizione di legge e l’impegno di votare entro il 2014 determinano un rischio obiettivo, quello che il coinvolgimento degli elettori iscritti all’AIRE possa risultare limitato, non solo per le particolare procedure previste ma anche per la carenza di informazioni adeguate.
Nonostante ciò, la riattivazione del circuito democratico, che si era interrotto da cinque anni, almeno a questo livello di rappresentanza, ha riacceso un qualche dibattito e fors’anche un qualche stimolo civile, a conferma che c’era proprio la necessità di rinsanguare il rapporto dei cittadini con questi organismi nel solo modo possibile e fisiologico, quello del corretto esercizio delle responsabilità democratiche.
Per continuare a dare le necessarie informazioni, soprattutto ora che il decreto è stato convertito anche dal Senato ed è diventato legge operativa a tutti gli effetti, e per riflettere insieme su queste reazioni che si stanno sviluppando nel nostro mondo, mi consentirete di fermarmi ancora su questo argomento, pur avendolo già ripetutamente toccato negli ultimi tempi. Intanto, le informazioni, che in questo momento sono la cosa più importante.
Le elezioni, dunque, sono state indette il 19 settembre per il 19 dicembre, con decreti dei capi degli uffici consolari, nei quali si precisa per ogni circoscrizione il numero dei membri da eleggere e si istituisce l’ufficio elettorale. Possono votare tutti gli iscritti all’AIRE da almeno sei mesi. Tuttavia, a differenza della volta precedente, riceveranno il plico elettorale a domicilio solo coloro che si saranno iscritti all’elenco degli elettori fino a trenta giorni prima della scadenza elettorale, e cioè fino al 19 novembre.
Per iscriversi basta inviare il modulo che si può scaricare dal sito del consolato, riempito con le proprie generalità e accompagnato da una copia firmata di un documento di riconoscimento, al proprio consolato per posta, per fax, per posta elettronica o consegnandola personalmente. Un adempimento in più, ma, come si vede, molto semplificato nella sua esecuzione.
Chi vuole presentare una lista deve preoccuparsi di raccogliere 100 firme se vive in una circoscrizione consolare nella quale vi sono fino a 50.000 iscritti all’AIRE, 200 firme se gli iscritti sono più di 50.000.
Purtroppo, un nostro emendamento, già accolto dal Governo, diretto a dimezzare il numero delle firme è caduto in Aula assieme a quello che introduceva un ingiusto trattamento di favore per le liste dei partiti. E’ un classico caso di come si possa buttare il bambino con l’acqua sporca. Le firme, così come le dichiarazioni di accettazione dei candidati, devono essere autenticate da un funzionario consolare. La presentazione delle liste può essere fatta dal 9 al 19 ottobre per consentire successivamente le verifiche sull’autenticità delle firme e sull’ammissibilità dei candidati.
Entro la fine di novembre ciascun consolato invia i plichi a coloro che in precedenza si sono iscritti negli elenchi degli elettori, i quali dunque li dovrebbero ricevere a casa nei primi giorni di dicembre e rispedirli, dopo avere votato con la scheda in essi contenuta, possibilmente entro la prima decade di dicembre, perché possa arrivare in tempo. In ogni caso, saranno considerati validi i plichi che arriveranno al consolato entro il 19 dicembre. Chi non ha ricevuto il plico, pur essendosi iscritto nell’elenco degli elettori, può richiederne un duplicato recandosi direttamente presso il suo consolato. Lo scrutinio inizierà il 20 dicembre e sarà seguito dalla proclamazione degli eletti. La prima riunione dei nuovi COMITES dovrebbe avvenire entro giovedì 8 gennaio.
Questo è, dunque, il percorso molto cadenzato che dovrà portare finalmente al rinnovo di questi organismi, che nonostante la carenza di risorse e l’abnorme ed estenuante prolungamento dell’ultima consiliatura rappresentano l’unico strumento istituzionale di autotutela che le nostre comunità hanno, assieme naturalmente alla sempre utile e necessaria rete associativa.
L’informazione degli aventi diritto e il loro coinvolgimento nelle operazioni di preiscrizione nelle liste degli elettori rappresentano, come da tante parti ripetuto, il passaggio cruciale di questa scadenza elettorale. Il Governo si è impegnato a inviare oltre 2,6 milioni di lettere agli elettori per informarli della necessità di iscriversi per poter ricevere a casa il plico elettorale. E’ stata questa la condizione perché noi eletti nella circoscrizione Estero dessimo il consenso alla tenuta delle elezioni. Tuttavia, siamo già in ritardo rispetto alle obiettive necessità. E’ vero che da un punto di vista amministrativo è stato necessario attendere l’approvazione della legge di conversione del decreto per poter mettere mano alle risorse in esso previste. Ma ora è necessario bruciare le tappe e rendere effettivo l’impegno di informazione che è alla base dell’intero impianto elettorale. Ma sappiamo tutti che, alla fine, al di là della comunicazione istituzionale, un gran peso l’avranno il contatto personale e il passaparola. Per questo mi permetto, ancora una volta, di esortare chiunque abbia a cuore il destino della propria comunità e il mantenimento di un fisiologico rapporto con l’Italia di iscriversi per votare e di informare i propri parenti e amici che è necessario muoversi in tempo e cercare di far presto.
Personalmente, ho partecipato a incontri pubblici in Canada, organizzati dall’Ambasciata e dai consolati presenti in quel Paese, e ho potuto constatare direttamente quanto vivo sia l’interesse dei nostri connazionali più attivi per un appuntamento nel quale ad ognuno vengono riconsegnate la possibilità di contribuire alla promozione della propria comunità e la facoltà di scelta delle persone ritenute più idonee a tutelarne l’interesse e l’immagine. Il problema vero è fare in modo che queste energie non restino isolate e strettamente minoritarie, ma riescano a coinvolgere in modo diffuso le comunità, diverse rispetto al passato non solo per una naturale evoluzione interna, ma anche per gli arrivi più recenti che si sono moltiplicati nel tempo.
Ora, per concludere, qualche breve riflessione sulle reazioni che la decisione di votare entro l’anno ha suscitato tra diversi interlocutori. Le prese di posizione prevalenti sembrano avere un segno positivo, nel senso che pur non tacendo le difficoltà dovute alla ristrettezza dei tempi a disposizione, alla fine si traducono in un appello a rimboccarsi le maniche e a fare in modo che si colgano tutte le opportunità che la situazione può offrire. Per mia natura, cerco di ascoltare le ragioni anche di chi ha idee diverse dalle mie, soprattutto se sono espresse da persone che hanno un’esperienza più lunga. Confesso, tuttavia, di non comprendere fino in fondo l’atteggiamento di chi, pur avendo insistentemente richiesto la fine del congelamento dei COMITES, si ritrae oggi di fronte alla decisione di votare entro l’anno perché, a elezioni ormai convocate, teme il rischio di una scarsa partecipazione e quindi di una negativa ripercussione sulla stessa circoscrizione Estero. A questo punto, più che piangere sul latte versato ed evocare rischi, si tratta di di operare e di spendere la propria autorevolezza affinché questi rischi siano contenuti e si possa riaprire, nelle condizioni possibili, una dialettica democratica frustrata dai ritardi e dalla pesantezza della situazione che l’Italia sta vivendo. Ci sarà tempo per interpretare i dati dell’affluenza e per spiegare che la prima responsabilità dei limiti che il rapporto tra le comunità e l’Italia sta vivendo ricade su coloro che in questi anni hanno pensato solo ai tagli e alle chiusure dei consolati, facendo diventare il Paese più piccolo e più sfuocato sul piano internazionale.
Per quanto mi riguarda, proprio perché le difficoltà sono grandi e persistenti, credo sia il tempo di pensare in positivo e di essere propositivi. E allora, a voce alta, mi auguro che ci siano molte liste in competizione tra loro senza partigianerie e interessi personalistici; che le liste siano caratterizzate in modo tale che possano combinare assieme l’esperienza consolidata con la freschezza generazionale, promuovendo una nuova leva di rappresentanti delle comunità; che le donne, grande carta di riserva dell’emigrazione italiana, sempre sottovalutata, siano in maggior numero e possano dare il contributo della loro competenza e della loro generosità.
Mi auguro che incomincino a manifestarsi, anche a livello di rappresentanza, i segnali di quelle nuove mobilità e di quella nuova emigrazione che costituiscono un diverso volto che l’Italia presenta nel mondo. Una nuova espressione della vicenda emigratoria degli italiani che proprio nei COMITES può trovare un primo sostegno e un primo momento di valorizzazione.