IN QUESTO NUMERO: 1. Il messaggio per la Festa della Repubblica. 2. Le celebrazioni in Canada. 3. Il mio viaggio in Messico. 4. Mobilitarsi per OMNI NEWS. 5. Attività parlamentare: IMU, «La Buona Scuola», Gli ordini del giorno approvati. 6. «America Oggi»: Il mio articolo della settimana. 7. Segnalazioni.
Cari connazionali, cari amici,
In occasione delle celebrazioni per la Festa della nostra Repubblica che si terranno in Canada, Stati Uniti d’America, Messico, Costarica, Repubblica Dominicana, Panama, vi prego di considerarmi idealmente presente nella condivisione dei valori di pace, democrazia, lavoro e solidarietà.
Si tratta di richiami non rituali, ma di impegni attuali e concreti per aiutare l’Italia a consolidare i sintomi di ripresa che si manifestano, per sostenere il suo necessario sforzo di internazionalizzazione, per rinnovare le istituzioni del Paese, per venire incontro al bisogno di lavoro espresso soprattutto dalle nuove generazioni, per aumentare i livelli di sicurezza e di tutela del pluralismo dal terrorismo internazionale.
Con la speranza di poter essere con Voi in altre prossime occasioni, aggiungo la mia alla vostra voce nel dire: Viva la Repubblica italiana!
Francesca La Marca
LA FESTA DELLA REPUBBLICA IN CANADA
Nei prossimi giorni si terranno nelle maggiori città del Canada le celebrazioni per la Festa della Repubblica. Sarò presente ad alcuni di questi appuntamenti ai quali vi invito a partecipare numerosi!
OTTAWA
Sabato 30 maggio – Dalle ore 16,00 alle ore 19,00
Ricevimento per la Comunità italiana nella Residenza dell’Ambasciatore d’Italia, S.E. Gian Lorenzo Cornado. Parteciperà il Sottosegretario agli Affari Esteri, Mario Giro.
TORONTO
Domenica 31 maggio – Dalle ore 10,00 alle ore 17,00
Casa Loma (Entrata libera. Necessaria la registrazione: http://www.castelloitalia.ca)
I proventi andranno a beneficio dell’insegnamento della lingua italiana.
Un’iniziativa realizzata in collaborazione con Liberty Entertainment Group, Istituto Italiano di Cultura [IIC], Canadian Italian Business and Professional Association [CIBPA], National Congress of Italian Canadians-Toronto District [NCIC], Italian Chamber of Commerce of Ontario [ICCO], Italian Trade Commission [ICE], The Canadian Italian Heritage Foundation, Comites e CGIE.
Partecipano: Ambasciatore d’Italia, Gian Lorenzo Cornado, Console Generale d’Italia, Giuseppe Pastorelli, Sottosegretario agli Affari Esteri, Mario Giro
MONTREAL
Domenica 31 maggio (Dalle ore 18,00 alle ore 20,30)
Centro Leonardo da Vinci (8350-8370, Boul. Lacordaire – St-Léonard)
Un’iniziativa realizzata in collaborazione con Congrès National des Italo Canadiens – Province du Québec, Comites e CGIE
Partecipano: Ambasciatore d’Italia, Gian Lorenzo Cornado, Console Generale d’Italia, Enrico Padula, Sottosegretario agli Affari Esteri, Mario Giro
VANCOUVER
Martedì 2 giugno (Dalle ore 18)
Il Centro – Italian Cultural Centre (3075 Slocan Street)
Partecipano: Console Generale d’Italia, Fabrizio Inserra, Presidente dell’ Italian Cultural Centre, Luca Citton, Presidente del Comites, Rocco Di Trolio.
VISITA ALLA COMUNITÀ ITALIANA IN MESSICO
Dal 25 al 28 maggio visiterò le nostre comunità di Città del Messico e di Puebla. Sarà un’importante opportunità per ascoltare dalla viva voce degli italiani residenti in Messico i loro principali problemi ma anche per approfondire le opportunità e le aspettative di una comunità numerosa e vivace. Sul prossimo numero della newsletter il resoconto del viaggio e degli incontri. Un ringraziamento speciale all’Ambasciatore d’Italia Alessandro Busacca per aver contribuito a rendere possibile questa occasione.
NOTIZIE DAL CANADA
UN COMITATO PER DIFENDERE OMNI NEWS.LA COMUNITÀ ITALIANA SI MOBILITA
FIRMATE LA PETIZIONE LANCIATA DAL COMITES SU CHANGE.ORG (vai al link)
TORONTO – Sarà un comitato ad hoc ad occuparsi della vicenda di Omni News. La decisione è stata presa giovedì scorso dopo l’incontro che si è svolto al Columbus Centre. Il primo incontro è avvenuto nella sede del Corriere Canadese al 2790 di Dufferin Street. Il gruppo è formato da avvocati (Ken Cancellara, Michael Tibollo) giornalisti (Paolo Canciani e Cristiano De Florentis, Laura D’Aprile), politici (Joe Volpe e Rosario Marchese), esperti di finanza (Francesco Riondino), esponenti del mondo culturale della comunità (Happie Testa e Silvana Tibollo, Pal Di Iulio e Sam Ciccolini). Il primo incontro ha portato a una prima definizione dei compiti e del ruolo del comitato: innanzitutto quest’ultimo coordinerà tutte le attività a favore del ripristino di Omni News. Ciò significa che da una parte si sta agendo esplorando eventuali iniziative da prendere davanti alla CRTC. Nel frattempo anche la comunità sembra muoversi: il Comites ha lanciato una petizione sul sito change.org che ha già avuto molte adesioni. Nel frattempo anche le altre comunità sembrano muoversi: quella Punjabi e quella cinese hanno organizzato per una conferenza stampa proprio per spingere Rogers a rivedere la decisione di cancellare completamente i telegiornali in lingua. Nel frattempo anche dalla politica qualcosa sembra finalmente muoversi. Dopo la lettera inviata dall’MP di York South e Weston, Mike Sullivan, al chairman e CEO della Canadian Radio-television and Telecomunication Commission Jean-Pierre Blais, anche il ministro aggiunto alla Difesa Julian Fantino ha preso carta e penna e ha scritto al presidente e Chief Executive Officer della Rogers Communication, Guy Lawrence. L’MP eletto a Vaughan ha chiesto “di rivedere la decisione e di ripristinare il notiziario in lingua italiana e la programmazione su Omni”. Una richiesta che si è imposta dopo l’iniziale comunicato stampa in cui esprimeva solidarietà ma sostanzialmente non entrava nel merito delle decisioni private del gruppo Rogers. Ora, con questo appello, si cerca di convincere il gruppo a cambiare idea. Cosa molto difficile visto che Rogers ha dichiarato che la decisione è stata presa a seguito delle perdite ingenti nella raccolta pubblicitaria. A fronte di costi pari a 9 milioni, le entrate secondo Colette Watson, vice-presidente delle programmazioni per Rogers, sono state di 3,9 milioni lo scorso anno. Sullivan invece ha ritenuto molto più utile fare pressioni sulla CRTC proprio in virtù del fatto che Rogers usufruisce della concessione governativa e quindi deve adempiere a precise responsabilità. “Ritengo che la decisione di Rogers Media provochi un grave disservizio a tutti gli italo-canadesi che verranno ulteriormente isolati nel loro Paese adottivo – ha scritto. Voglio anche sottolineare che il notiziario di Omni in lingua italiana che fornito una copertura degli argomenti politici su tutti i tre livelli di governo. La chiusura del notiziario eroderà indubbiamente l’accesso e la partecipazione nel nostro sistema democratico di tutti gli italiani che vivono in Canada”. La responsabilità per Sullivan è della CRTC che deve obbligare Rogers a tornare sui suoi passi. “Date le circostanze e il negativo impatto, devo chiedere alla CRTC, in quanto regolatore delle trasmissioni in Canada, di convocare immediatamente Rogers e presentarsi davanti alla commissione per giustificare la sua decisione e lavorare con la compagnia per presentare un piano che ripristini il notiziario in lingua italiana nel più breve tempo possibile”.
(Approfondimenti su: http://www.corriere.com )
ATTIVITÀ PARLAMENTARE
IMU: I DEPUTATI PD ELETTI ALL’ESTERO INCONTRANO I FUNZIONARI DELLE FINANZE PER CHIARIRE I DUBBI E SOLLECITARE LA CIRCOLARE APPLICATIVA
Importante incontro al Ministero delle Finanze dei deputati del PD eletti all’estero con le autorità competenti in materia di IMU in merito ai criteri interpretativi ed applicativi della nuova normativa per i cittadini italiani residenti all’estero. Rispetto alle specifiche richieste dei parlamentari del Partito Democratico, i funzionari del Ministero delle Finanze si sono resi disponibili a predisporre una circolare che chiarirà i dubbi e i punti controversi della normativa.
Alla luce delle questioni poste l’orientamento del Ministero è quello di esentare dal pagamento dell’imposta comunale i cittadini italiani residenti all’estero titolari di pensione estera anche in convenzione internazionale (quindi contestualmente titolari anche di pro-rata italiano). Mentre i titolari di sola pensione italiana saranno tenuti a pagare l’IMU. I parlamentari hanno segnalato l’urgenza della predisposizione di una circolare applicativa, considerata la prossimità delle scadenze fiscali per il pagamento dell’IMU, della TARI e della TASI (entro il 16 giugno) e hanno sollecitato il Ministro ad indicare nella circolare anche le modalità e i tempi di pagamento e di presentazione della documentazione necessaria per comprovare i requisiti richiesti. È stato inoltre confermato che sulle unità immobiliari dei soggetti esentati dal pagamento dell’IMU, le imposte comunali TARI e TASI saranno applicate nella misura di un terzo. I deputati del PD ritengono inoltre opportuno che i prossimi interventi normativi con i quali si andrà ad introdurre la Local Tax, in sostituzione della attuale giungla normativa fiscale locale, tengano conto sin dall’inizio dell’esigenza di esentarne dal pagamento i connazionali residenti all’estero.
INTERROGAZIONE SUI SERVIZI CONSOLARI NELLA REPUBBLICA DOMINICANA
Ho presentato un’interrogazione al Ministro degli affari esteri sulle problematiche che sono insorte nella fruizione dei servizi consolari anche a seguito delle tante richieste di aiuto di connazionali residenti nella RD.
Interrogazione a risposta scritta 4-09046, presentata da LA MARCA Francesca, Martedì 5 maggio 2015.
LA MARCA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
a seguito della soppressione dall’ambasciata d’Italia a Santo Domingo (Repubblica dominicana), a partire dal 12 febbraio 2015 i servizi consolari a favore della comunità residente sono espletati dall’ambasciata italiana a Panama, che garantisce anche i servizi consolari per altri paesi di secondario accreditamento, come Haiti, Antigua e Barbuda, Saint Kitts e Nevis;
con una nota pubblicata sul sito ufficiale, l’ambasciata italiana a Panama spiega come verranno erogati, a partire dal 12 febbraio, i servizi consolari ai connazionali residenti nella Repubblica dominicana, per quanto riguarda il rilascio dei passaporti, gli atti di stato civile, le certificazioni personali e le legalizzazioni, l’iscrizione all’AIRE, la ricostruzione della cittadinanza, i visti, la dichiarazione di valore dei titoli di studio, e altri atti di interesse per i cittadini italiani;
per alcune importanti operazioni, quali il rilascio dei passaporti e la ricostruzione della cittadinanza, è prevista la presenza diretta dell’interessato presso la cancelleria consolare dell’ambasciata d’Italia a Panama, mentre per il caso di smarrimento del passaporto, ai soli fini del rientro in Italia, nei Paesi di secondario accreditamento ci si può presentare nell’ambasciata di un qualsiasi altro paese europeo per l’emissione del rispettivo ETD-Emergency Travel Document, che comunque non è di immediato rilascio;
sono previsti un contatto preventivo e la fissazione di un appuntamento con l’ambasciata di Panama, ma di fatto non si riescono ad acquisire informazioni telefoniche certe, ricevere risposte via email, fissare appuntamenti così da evitare di soggiornare inutilmente e onerosamente a Panama;
è stato di recente sperimentato il sistema del funzionario itinerante per un totale di circa nove ore di disponibilità al pubblico, e tuttavia gli utenti si sono lamentati del fatto di avere dovuto attendere in condizioni disagiate il proprio turno, che per molti non è mai arrivato;
la richiesta di atti di stato civile, di iscrizione all’AIRE, di legalizzazione e certificazione può essere presentata in teoria anche agli uffici dei consoli onorari, che provvedono all’inoltro all’ambasciata di Panama, ma ai fini dell’implementazione del servizio si è tuttora in attesa del previsto assenso da parte delle autorità della Repubblica dominicana, ai sensi delle competenti disposizioni delle Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche e consolari, alla prevista rimodulazione della rete consolare onoraria operante in Santo Domingo;
per quanto riguarda la richiesta di visti, in attesa dell’esito della gara per affidare ad una società di outsourcing gestione della presentazione delle domande di visto a Santo Domingo, gli interessati per il rilascio di un visto (sia nazionale che Schengen) dovranno presentarsi direttamente presso la cancelleria consolare dell’ambasciata, e una difficoltà ancora maggiore incontrano i parenti di concittadini di nazionalità non italiana;
la dichiarazione di valore dei titoli di studio, soprattutto se si tratta di titoli rilasciati da istituti scolastici o università italiane, va ugualmente richiesta alla cancelleria consolare dell’ambasciata di Panama;
in sostanza, a distanza di quattro mesi dalla chiusura della sede consolare di Santo Domingo, la sola opzione di fronte alla quale molti cittadini italiani residenti a Santo Domingo si trovano è quella di recarsi a Panama per il disbrigo delle pratiche consolari;
per raggiungere Panama e l’ambasciata italiana gli utenti devono programmare un viaggio lungo e costoso, senza peraltro avere la certezza di risolvere con un solo viaggio il proprio problema, il che per molti diventa talvolta insostenibile considerando l’ampia presenza nella comunità italiana di pensionati e, in genere, di persone con redditi non elevati;
sono ormai numerose e insistenti le richieste di aiuto che giungono da parte di uomini e donne che non riescono raggiungere i rispettivi coniugi o conviventi e i propri figli, di imprenditori che non riescono ad esercitare compiutamente la propria attività, di persone malate, e di altri concittadini a cui, di fatto, non vengono riconosciuti diritti fondamentali, quali quello di curarsi, di raggiungere i propri familiari, di partecipare alla nascita e alla vita dei loro figli e altro –:
quali iniziative urgenti intenda promuovere per fare in modo che ai cittadini italiani residenti nella Repubblica dominicana e ai loro famigliari vengano riconosciuti alcuni diritti essenziali come poter ottenere in tempi certi un passaporto o un visto, senza doversi spostare per migliaia di chilometri ed affrontare spese di permanenza per molti proibitive;
quali indicazioni intenda dare affinché il servizio assicurato dal funzionario itinerante sia reso adeguato alla domanda reale dell’utenza e sia prestato in condizioni di normale e civile fruibilità;
quali misure intenda adottare per fare in modo che, in attesa dell’assegnazione della gara per i servizi consolari in outsourcing, venga garantito un servizio di prenotazioni e di disbrigo pratiche certo e efficiente. (4-09046)
AUTONOMIA, MERITO, CONTINUITÀ DIDATTICA. AL VIA «LA BUONA SCUOLA».
IL PROVVEDIMENTO APPROVATO ALLA CAMERA, PASSA ORA ALL’ESAME DEL SENATO.
L’aula della Camera ha approvato il ddl di riforma della scuola con 316 si’, 137 no e 1 astenuto. A favore hanno votato Pd, Area popolare, Scelta civica, Per l’Italia-Centro democratico, Psi, Minoranze linguistiche. Contrari M5s, Forza Italia, Lega, Sel, Fdi-An, Alternativa libera.
SULLA “BUONA SCUOLA” IL GOVERNO ACCOGLIE LE INDICAZIONI DEI DEPUTATI PD ESTERO SUL SISTEMA FORMATIVO ITALIANO ALL’ESTERO
Sulla riforma del sistema nazionale di istruzione, meglio nota come riforma per la “Buona Scuola”, che ha impegnato per molti giorni la Camera dei Deputati in un alto e teso confronto, non è mancato il nostro impegno per far assumere il sistema scolastico e di promozione della lingua e cultura italiana all’estero come parte integrante ed originale dell’impianto formativo nazionale. Abbiamo presentato, infatti, due ordini del giorno su questioni essenziali che il Governo ha accolto come raccomandazione e i cui sviluppi saranno misurati nel lavoro ulteriore di messa a regime della riforma, una volta approvata definitivamente dal Parlamento.
Il primo ordine del giorno parte dalla necessità di riformare la normativa in materia di insegnamento della lingua e cultura italiana all’estero, vecchia di oltre quarant’anni, e di cogliere la forza espansiva che la lingua e la cultura possono assicurare nei processi di internazionalizzazione del Paese. Alcuni indirizzi di fondo della “Buona Scuola”, infatti, quali il rafforzamento dell’autonomia scolastica, la valutazione di qualità del servizio svolto, la programmazione triennale, la formazione permanente del personale sono in grande sintonia con questo obiettivo. Essi possono rappresentare un giusto presupposto per mettere l’Italia in condizioni di confrontarsi attivamente con altri partner europei in quello che con discutibile espressione è definito il “mercato linguistico globale”. In concreto, il nostro ordine del giorno impegna il Governo a tener conto, nei decreti di attuazione della delega e anche con diverse normative, delle esigenze di coordinamento e di razionalizzazione degli interventi pubblici, anche attraverso una riorganizzazione del sistema; di integrazione dei programmi di promozione culturale con l’offerta di apprendimento linguistico nei rispettivi paesi esteri, in un quadro di formazione interculturale e plurilinguistica; di programmazione degli interventi con cadenza almeno triennale; di valorizzazione delle espressioni storico-culturali delle comunità italiane nel mondo e delle professionalità in esse maturate, anche ai fini della promozione culturale e linguistica; di integrazione delle iniziative nei sistemi formativi locali; di responsabilizzazione dei terminali locali del sistema con l’obiettivo di favorire la raccolta e l’impiego di risorse da destinare al sostegno di progetti di promozione linguistica e culturale e di estensione dei bonus fiscali a tali iniziative, di ridefinizione dei criteri e delle modalità di selezione, destinazione e permanenza in sede del personale docente e amministrativo.
Con il secondo ordine del giorno abbiamo chiesto al Governo di allargare specificamente gli orizzonti della formazione ad uno degli aspetti essenziali della contemporaneità: le migrazioni. L’Italia sta conoscendo ancora una volta una stagione particolare della sua vicenda migratoria, che si esprime nella presenza di circa 5 milioni di stranieri nel nostro territorio, di cui 850.000 minori presenti nelle nostre scuole, e nella ripresa dei flussi migratori delle nuove generazioni. L’insegnamento della storia delle migrazioni nelle scuole, non come materia a sé stante, ma come metodologia interdisciplinare, può essere certamente una chiave di innovazione culturale e formativa e un fattore di coesione sociale e civile. Per questo, abbiamo impegnato il Governo ad affiancare un progetto nazionale sulle migrazioni a quello sull’intercultura, che già è attivo da anni con esiti positivi. L’autonomia e la programmazione degli istituti scolastici, fortemente valorizzate dalla “Buona Scuola”, possono trovare su questo piano una puntuale applicazione. I mesi futuri saranno importanti per definire una riforma all’altezza delle grandi sfide che il mondo globalizzato ci richiede. Per quanto ci riguarda, come abbiamo fatto finora, continueremo a sottolineare queste esigenze e a richiedere soluzioni concrete e incisive.
IL MIO ARTICOLO PER “AMERICA OGGI”
PASSI IN AVANTI SU UNA STRADA ANCORA LUNGA
Sulle colonne di «America Oggi», qualche settimana fa, concludevo l’ultima corrispondenza parlando dei drammi dell’oggi e delle speranze del domani. I drammi dei migranti che scompaiono nel Mediterraneo, per i quali non c’è parola che possa bastare. La speranza di modificare, sia pure a distanza di tempo, l’approccio con le migrazioni e la cultura dell’accoglienza, ancora troppo appesantiti di spirito xenofobo.
Ebbene, a distanza di qualche giorno i motivi di speranza sembrano prevalere sulle ragioni del pessimismo. La determinazione con cui Il Presidente Renzi, il Ministro Alfano e l’Alto Commissario Federica Mogherini, dopo le ultime inenarrabili tragedie, hanno affrontato la questione in sede europea è riuscita a vincere le resistenze dei partner europei e a produrre una prima svolta, da tempo auspicata. Senza dimenticare l’”Aiutateci a non vergognarci!” di Papa Francesco, che è stato un monito imbarazzante per molti governanti del mondo. L’Unione Europea assume finalmente una responsabilità collegiale di fronte all’onda dei richiedenti asilo fuggiti dalla fame e dalla guerra, decidendo di triplicare le risorse finora destinate ai Programmi Triton e Poseidon, di aiutare i Paesi d’ origine dei partenti per rafforzare le possibilità di permanenza, di controllare meglio le frontiere dei Paesi contermini alla Libia e di intervenire per distruggere prima della partenza i barconi usati dai trafficanti di uomini. Naturalmente, la cosa più delicata è quest’ultima, considerata l’opposizione delle parti libiche, in conflitto tra loro ma unite nell’escludere operazioni di forza sul proprio territorio. Bene ha fatto l’Alto Commissario europeo Mogherini a investire della questione il Consiglio di sicurezza dell’ONU, ma il cammino non è privo di insidie. L’essenziale è che ci si muova in avanti nel quadro di responsabilità condivise, cosa che finora è avvenuta in modo debole e discontinuo o addirittura è mancata. Certo, non si può sperare che i flussi si prosciughino per misure estrinseche o calate dall’alto, né che il Mediterraneo sia miracolosamente liberato dalle tragedie che in questi anni si sono succedute. E resta l’amarezza che per ridestare l’Europa dal suo cinico torpore ci siano voluti migliaia di morti innocenti. L’essenziale, comunque, è che si sia invertita la rotta e che finalmente i governanti europei si siano assunti delle responsabilità. Si parla, a proposito e spesso a sproposito, dell’usura della politica. Questa vicenda ci aiuta a capire che, come per tante altre cose, c’è la buona e la cattiva politica, quella che s’impegna per cambiare e per migliorare le cose, e quella che si limita a parlarne per ragioni di propaganda. Ebbene, su una materia così complessa e delicata, anche eticamente, prendiamo atto che è stato fatto un passo nella giusta direzione. L’altra settimana, parlando di formazione delle nuove generazioni, parlavamo di speranza. Anche in questo caso, il discorso può uscire dalle generalizzazioni e legarsi a situazioni più concrete. In Parlamento abbiamo appena avviato l’esame del progetto di legge del Governo sulla “Buona scuola”. Chi segue le cose italiane, avrà ancora negli occhi le immagini dello sciopero e delle manifestazioni di piazza promosse dai sindacati e da una notevole parte di insegnanti e studenti, nel tentativo di contestare alcune impostazioni del provvedimento. Al di là delle schermaglie contrattuali, che avranno ulteriori sviluppi nelle prossime settimane, mi sembra di capire che Renzi, con la sua determinazione e con il coraggio del rischio politico di cui ha dato prova finora, abbia portato allo scoperto un nodo complesso ma decisivo per il futuro dell’Italia. La questione dei precari da mettere in organico (il Governo ha promesso la sistemazione di 100.000 insegnanti che hanno vinto un concorso, ma non hanno trovato ancora un posto, mentre i sindacati chiedono impegni per altri 70.000-80.000 che sono abilitati ma non vincitori di concorso) rischia di avvelenare un confronto che dovrebbe avere un maggiore respiro culturale e strategico. In modo del tutto libero, mi permetto di dire che nelle condizioni in cui oggi l’Italia si trova assumere un impegno di immissione nei ruoli della pubblica amministrazione di centomila persone non è certamente cosa da poco. Pongo, a contrario, solo un quesito: se la sentenza della Consulta sui rimborsi ai pensionati degli arretrati delle maggiorazioni legate al costo della vita (un colpo potenziale alle casse dello Stato di 16 miliardi!) fosse arrivata prima del disegno di legge sulla scuola, e non dopo, l’impegno del Governo sarebbe stato lo stesso? Insomma, è bene che tutti ragioniamo con senso di responsabilità. Ad ogni modo, il confronto è reale e la diversità di linee è profonda: da un lato il tentativo del Governo e delle forze di maggioranza di imboccare con decisione la strada dell’autonomia degli istituti scolastici e della valutazione come criterio dirimente della qualità del lavoro formativo, con il necessario risvolto di una maggiore managerialità e produttività dell’intero sistema; dall’altro le preoccupazioni dei sindacati e degli operatori di evitare l’eccessiva gerarchizzazione che deriverebbe dalla figura di un dirigente scolastico dotato dei poteri di assunzione e di valutazione della qualità dell’insegnamento e soprattutto la volontà di tutelare il posto di lavoro acquisto o da acquisire. Due Italie a confronto: una che vuole accelerare, modernizzarsi, accorciare le distanze con i modelli formativi di altri paesi affini affermando la centralità del merito, collegare meglio la scuola al lavoro, a costo di creare qualche rottura con il passato e il presente; l’altra, non disponibile a mettere in discussione i diritti acquisiti come gruppo professionale e come singoli, che dà priorità all’occupazione e al carattere pubblico della formazione, che non vuole sacrificare quanto di buono c’è stato nella lunga vicenda della scuola italiana. Confronto aspro, si diceva, ma necessario, a conclusione del quale sarà comunque importante trovare un punto di comprensione e di equilibrio. La cosa che ci interessa da vicino è che in coda alla delega che il Parlamento si appresta a dare al Governo, c’è anche un riferimento alla promozione della lingua e della cultura italiana all’estero. Anche in questo caso siamo arrivati ad un bivio: se la delega debba limitarsi ad una rivisitazione della normativa precedente per farne un aggiornamento dopo decenni di onorato servizio o se si debba affrontare il tema di una riforma del sistema per mettere l’Italia sulla stessa strada sulla quale si sono già incamminati paesi come la Germania, la Francia e la Spagna, per limitarsi all’ambito europeo. Vedremo come il Parlamento si pronuncerà. Tornando alla speranza, è sempre un bene perseguirla e testimoniarla. Ma alla fine arriva sempre un punto in cui è doveroso verificare se la speranza di avere strumenti più adatti per formare le nuove generazioni abbia trovato nei fatti il suo riscontro e il suo inveramento. E questa è una valutazione che saremo un po’ tutti chiamati a fare con onestà intellettuale e senza pregiudizi di parte.
SEGNALAZIONI
FONDAZIONE ITALIA USA. LE BORSE DI STUDIO DISPONIBILI
La Fondazione Italia USA, nell’ambito del Master “Global Marketing, Comunicazione e Made in Italy” promosso insieme al Centro Studi Comunicare l’Impresa, ha deciso di destinare ogni anno 1000 borse di studio a copertura totale dei costi del Master per altrettanti giovani neolaureati meritevoli di università italiane, allo scopo di favorire l’internazionalizzazione verso gli Stati Uniti.
Il Master è un percorso formativo altamente qualificato, con testimonianze di importanti professionisti e membri delle più alte istituzioni e rappresenta, per i giovani laureati e tutti coloro che fanno delle relazioni internazionali il loro punto di forza per lo sviluppo del business, un mezzo per crescere e competere globalmente.
Il Master, che ha il sostegno del ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini, garantisce l’accesso a un prodotto formativo di respiro internazionale, specificamente pensato per la diffusione della cultura d’impresa, e riconosciuto dalla business community.
La Fondazione Italia USA erogherà inoltre un limitato numero di borse di studio, del valore di 2.500 euro, finalizzate alla copertura parziale della quota del Master e destinate a imprenditori e professionisti con particolari requisiti.
Per informazioni: http://www.italiausa.org