La deputata del PD è intervenuta in Aula per motivare il voto favorevole del Gruppo del PD a due provvedimenti di ratifica di accordi stipulati dall’Italia con la Repubblica del Cile, che da tempo rappresenta un interlocutore privilegiato del nostro Paese nell’area sudamericana.
In entrambi i casi La Marca ha sottolineato l’importanza di un rafforzamento dei rapporti con un Paese verso il quale l’Italia ha interessi importanti sia per la presenza di una consistente comunità di origine italiana, che nell’ultimo anno è cresciuta di un ulteriore 3,9%, sia per la fluidità e il peso dell’interscambio, che ha superato il valore di due miliardi di euro.
Il primo provvedimento di ratifica ha riguardato il nuovo accordo di cooperazione scientifica e tecnologica, che sostituisce quello precedente, stipulato addirittura nel 1991. E’ evidente il vantaggio – ha rimarcato la parlamentare – di rinnovare questo tipo di strumentazione, che certamente darà nuovo impulso allo sviluppo di una realtà che già si distingue nel Corno Sur per i ritmi di crescita, nonostante la flessione degli indici del prodotto interno lordo che negli ultimi tempi si è manifestata nei Paesi dell’area.
Il quadro della collaborazione scientifica e culturale non è meno significativo. Riprendendo alcune indicazioni dell’On. Fabio Porta, relatore del provvedimento, La Marca ha aggiunto che “sono già operanti oltre 150 accordi interuniversitari, di cui due terzi nel settore tecnico-scientifico. Il presente Accordo, consentirà di coinvolgere anche i centri di ricerca, con evidenti vantaggi reciproci. Attraverso questa nuova strumentazione, sarà più agevole anche rafforzare i processi di internazionalizzazione accedendo ai fondi europei e internazionali previsti per i grandi progetti di ricerca”.
L’altro provvedimento per il quale l’On. La Marca è intervenuta a nome del Gruppo PD riguarda l’autorizzazione all’esercizio di attività lavorative dei familiari a carico del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo. “L’Accordo – ha precisato la parlamentare – si colloca nel solco della crescente sensibilità della comunità internazionale per la formale definizione delle condizioni che consentano ai familiari del personale diplomatico e consolare di esercitare un’attività lavorativa, sia autonoma che subordinata, nelle realtà nelle quali i loro congiunti operano”.
Le ragioni del voto favorevole del Gruppo del PD risiedono anche – ha concluso La Marca – nel fatto che per i fatti legati alle attività lavorative, i parenti del personale diplomatico e consolare sono considerati tendenzialmente come normali cittadini, attenuandosi nei loro confronti le prerogative assicurate dalla Convenzione di Vienna e dal diritto internazionale sul piano sia della giurisdizione civile ed amministrativa che della giurisdizione penale.