NEWSLETTER N° 21 DEL 26 FEBBRAIO 2016

Cari amici,

oggi, grazie al Governo Renzi, anche l’Italia potrà finalmente essere annoverata tra quei Paesi che hanno una legislazione che disciplina i diritti e i doveri delle coppie di fatto e delle unioni civili, a prescindere dunque dal loro orientamento sessuale superando un ritardo che l’Unione europea ha più volte sottolineato e rimproverato. E’ un traguardo molto importante che allarga i diritti delle persone.

Il voltafaccia all’ultimo momento del Movimento 5 Stelle, che aveva assunto l’impegno di concorrere ad approvare una buona legge, contenente anche la stepchild adoption, dopo avere partecipato alla sua stesura, ha costretto il Partito Democratico a cercare altrove le forze necessarie per arrivare comunque ad un risultato positivo. Il Movimento 5 Stelle ancora una volta si conferma una forza inaffidabile per la risoluzione dei problemi cruciali del Paese, mentre spesso il PD, come in questo caso, deve assumersi le sue responsabilità e quelle degli altri. L’essenziale, comunque, è stato affermare in concreto un’uguaglianza vera tra i cittadini. Il provvedimento approvato ieri al Senato con un voto di fiducia, passa ora all’esame della Camera dei Deputati.

Nel nostro campo, quello degli italiani all’estero, le ultime settimane non sono state improduttive. Tutt’altro. Dopo la “scoperta” che il Ministero degli esteri aveva “rimodulato” (ridotto) le risorse destinate ai corsi di lingua italiana all’estero, abbiamo immediatamente chiamato il Governo a dar conto delle sue intenzioni. Il Sottosegretario Amendola ci ha detto che sarà fatto uno sforzo per ritornare agli investimenti precedenti. Un passo in avanti, ma continueremo a vigilare perché i fatti seguano alle parole.

Nella mozione sulla ripresa del Mezzogiorno, approvata dalla Camera, assieme agli altri colleghi del PD eletti all’estero, ho chiesto che tra le “risorse” da considerare ai fini dello sviluppo di quest’area, che ha sofferto molto per la crisi degli ultimi anni, ci siano anche i milioni di meridionali sparsi per il mondo. Essi sono diventati ormai classe dirigente nei Paesi di insediamento e possono contribuire a trovare soluzioni su una molteplicità di piani: quello degli investimenti, dell’interscambio, della ricerca, della cultura, del turismo. La Camera, a larghissima maggioranza, ci ha dato ragione.

Nella nuova legge di riorganizzazione dell’editoria, altro tema molto delicato, il nostro emendamento che faceva chiarezza sull’estensione dei benefici anche all’editoria italiana all’estero, è stato approvato. Il provvedimento è una legge di delega al Governo che, entro i sei mesi dall’approvazione, dovrà emanare i decreti attuativi. Si tratterà di vedere quali misure concrete i decreti prevedranno, ma intanto il primo anello della catena, quello indispensabile, è stato fissato.

Con una interrogazione, infine, ho invitato il Governo a procedere sulla strada delle convenzioni internazionali di tutela sociale, alla luce dei profondi cambiamenti che inducono tanti italiani a spostarsi all’estero e tanti stranieri a venire in Italia. Il caso che ho posto è quello del Messico, un Paese ormai molto dinamico sul piano internazionale, nel quale la presenza degli italiani sta crescendo progressivamente. Darò conto della risposta del Governo, con la speranza che si sviluppi il lavoro tra le diplomazie finalizzato a questo obiettivo, ponendo le premesse di un positivo risultato.
Augurandovi buona lettura, un caro saluto da Roma.

Francesca La Marca


UNIONI CIVILI

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Per saperne di più: il provvedimento in pillole


ATTIVITÀ PARLAMENTARE


RIFORMA DELL’EDITORIA: SALVAGUARDARE LE PECULIARITÀ DELLE PUBBLICAZIONI PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO. Intervento in sede di audizioneAUDIZIONE FUSIE
Lo scorso 18 febbraio ho partecipato  alla riunione del Comitato per gli italiani nel mondo e per la promozione del Sistema Paese, presieduto dall’On. Fabio Porta, dedicata all’audizione dei rappresentanti della Federazione della stampa per gli italiani all’estero (FUSIE). Nel mio intervento, ho richiamato l’attenzione dei presenti su due aspetti. Il primo riguarda l’esigenza di applicare criteri di grande elasticità nell’ammissione ai contributi dei soggetti che operano all’estero, in condizioni molto diverse da quelle che si riscontrano in Italia. Pur consapevole che il testo di riforma dell’editoria all’attenzione della Camera ha già ammesso la possibilità di definire criteri specifici inerenti ai requisiti di accesso e ai meccanismi di calcolo dei contributi, ho insistito, tuttavia, sul fatto che il Governo, nell’esercizio della delega che il Parlamento gli attribuirà, utilizzi fino in fondo questa possibilità per evitare che l’evoluzione che l’editoria per gli italiani all’estero ha subito soprattutto negli ultimi anni possa comportare perdite di testate e di esperienze significative. A questo proposito, ho fatto l’esempio di una storica testata, quella del “Corriere Canadese”, presa in gestione da una nuova società che, per il fatto di essere nata da poco, si è vista escludere dai contributi pubblici, di cui la testata ha sempre usufruito. È vero che il nuovo testo abbassa a due anni l’anzianità di costituzione dell’impresa, ma è necessario guardare con una particolare elasticità a queste esperienze, che danno un grande contributo in termini di informazione, identità e coesione delle nostre comunità, anche in considerazione del voto all’estero. È necessario fare in modo che esse non si trovino nella condizione di arrendersi alle mille difficoltà che occorre superare per assicurarne la sopravvivenza. Il secondo aspetto è quello riguardante gli strumenti di comunicazione più moderni che da tempo operano tra le comunità, in particolare a quelli radio-televisivi.  Il testo di riforma fa un grande passo avanti nei confronti delle testate online, che sono non solo ammesse ai finanziamenti, ma incentivate. Questo è certamente un fatto positivo. “Resta, tuttavia, il problema delle emittenti radio e delle televisioni che producono programmi in italiano e spesso fanno sentire la voce dell’Italia in contesti di forte articolazione “etnica”. Anche se il testo della nuova legge non ha potuto tener conto di questi aspetti, è opportuno aprire un confronto serio tra noi e con il Governo per cercare di affrontare concretamente, anche questo importante lato dell’informazione per gli italiani all’estero nella prospettiva di assicurare una visibile presenza dell’Italia nel mondo.


APPROVATO IL NOSTRO EMENDAMENTO SULLE PUBBLICAZIONI PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO NELLA LEGGE DI RIFORMA DELL’EDITORIA

La commissione Cultura della Camera, in sede di esame del testo unificato sull’ “Istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione del sostegno pubblico all’editoria”, ha approvato il 17 febbraio scorso un emendamento del gruppo dei deputati del Partito Democratico eletti all’estero, riguardante le pubblicazioni per gli italiani all’estero. Il disegno di legge, diretto alla riorganizzazione della complessa materia dell’editoria, oltre a istituire il fondo per il pluralismo e l’innovazione, prevede anche le deleghe al Governo per la ridefinizione del sostegno pubblico e per la revisione della disciplina di settore. Esso, inoltre, conferma finanziamenti speciali ad una serie di soggetti, tra i quali quelli che editano periodici e quotidiani italiani all’estero. Il nostro emendamento si è preoccupato di precisare l’ambito di riferimento della futura delega del Governo evitando che qualche soggetto, sulla base di una dizione non appropriata, potesse essere escluso. A seguito della sua approvazione, per la quale ringraziamo in particolare il relatore On. Rampi, il testo attualmente dice che il Governo, nell’esercizio della delega, deve mantenere il finanziamento per le imprese editrici di “quotidiani e di periodici italiani in lingua italiana editi e diffusi all’estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero”. Come si vede, la nuova formulazione tiene conto sia delle pubblicazioni nate e diffuse all’interno della comunità italiana all’estero e ad essa dirette sia delle pubblicazioni stampate in Italia e dirette alle minoranze italiane in Croazia, Slovenia e Istria. La riduzione a due anni dell’anzianità di costituzione di tali imprese e di edizione della testata consente anche di non penalizzare soggetti e testate che nella difficile transizione degli ultimi anni siano passati di mano continuando, tuttavia, a svolgere la loro preziosa funzione informativa e di coesione sociale. La commissione Esteri della Camera, che si è dovuta esprimere sugli aspetti di propria competenza, in sostanza quelli riguardanti gli italiani all’estero, ha dato a sua volta parere positivo. Peccato che ancora una volta il Movimento 5 Stelle, che pure nella sua proposta non aveva minacciato l’editoria italiana all’estero, ha perduto l’occasione di essere coerente con sé stesso, esprimendo un voto contrario. Conseguenze della filosofia, anzi dell’ideologia del NO, che guida le azioni di quel movimento. Il disegno di legge dovrà ora passare all’esame dell’Assemblea e, soprattutto, dopo la sua prevedibile approvazione, si dovrà trasformare nei decreti che il Governo dovrà emanare a seguito delle deleghe assegnate. Per questo consideriamo l’approvazione del nostro emendamento un primo  passo compiuto positivamente, che ci induce a seguire con attenzione l’ulteriore sviluppo di questa delicata materia.

I deputati del PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi


LA MIA INTERROGAZIONE AL GOVERNO: CONCORDARE CON LE AUTORITÀ MESSICANE UNA CONVENZIONE DI SICUREZZA SOCIALE

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Lo sviluppo vertiginoso della mobilità internazionale ha accentuato le esigenze di regolamentazione delle situazioni previdenziali dei lavoratori che si spostano da un Paese all’altro e, con esse, la necessita di evitare duplicazioni dell’imposizione fiscale. Questo vale sia per gli italiani che già si trovano o ancora si dirigono all’estero, che per gli stranieri che vengono in Italia per lavoro. In passato, si è proceduto a stipulare convenzioni bilaterali di sicurezza sociale solo con alcune realtà nelle quali la presenza degli italiani è più consistente. Dopo una pausa di alcuni anni, dovuta alla crisi finanziaria, gli ultimi due governi hanno ripreso la virtuosa abitudine di ratificare le convenzioni già definite e di avviarne di nuove. Siamo di fronte, infatti, a una situazione in rapida evoluzione: alcuni Paesi hanno dimostrato dinamismo e forza di attrazione anche verso gli italiani e, nello stesso tempo, importanti comunità di stranieri si sono formate nella società italiana. Il Messico è certamente una di quelle realtà che hanno dimostrato a livello globale un grande dinamismo, destinato, secondo accreditati analisti, a durare nel tempo. Per quanto ci riguarda, questa evoluzione è di solare evidenza: i rapporti di scambio tra Italia e Messico, dopo il Trattato di libero scambio Europa-Messico, sono cresciuti del 270%; attualmente l’Italia è il terzo partner commerciale tra i Paesi dell’UE, il nono a livello mondiale; il Messico, a sua volta, è per l’Italia il secondo partner tra i paesi dell’America latina. Nel Paese centroamericano, inoltre, operano circa 1400 imprese italiane, tra le quali 350 in modo strutturato e un centinaio con un proprio stabilimento; negli ultimi anni importanti imprese italiane, come Enel Green Power, Ferrero, Pirelli, FCA, Saipem, Bonatti, Elica, Stevanato, sono impegnate nella realizzazione di significativi progetti in quella realtà. Questa complessa trama di interrelazioni in via di costante sviluppo comporta una crescente presenza di operatori e di lavoratori italiani in Messico e di cittadini messicani in Italia, una presenza, per quanto riguarda i nostri connazionali, anche più diffusa e numerosa di quella che si evidenzia nell’elenco degli iscritti all’AIRE. Sono restati in secondo piano, tuttavia, gli aspetti riguardanti le protezioni previdenziali e assistenziali dei lavoratori e dei pensionati, che pure sono strettamente collegati alle dinamiche di immigrazione, di insediamento e di lavoro in ciascuna delle due realtà. Occorre risalire al 1977, infatti, per rintracciare un protocollo di intesa per la trasferibilità delle pensioni che consente ai cittadini italiani rimpatriati, titolari di pensione messicana, di ottenere il pagamento diretto della pensione in Italia, in deroga alle limitazioni che la legislazione di sicurezza sociale messicana impone in materia di pensioni. Più di recente, precisamente nel giugno del 2015, è stato firmato a Milano un protocollo di intesa tra l’INPS e l’Istituto messicano di previdenza sociale (IMSS), volto a sviluppare la cooperazione tra i due istituti sul piano informativo e del coordinamento delle rispettive azioni. E’ arrivato il momento, insomma, di fare di più per diminuire le distanze tra le positive dinamiche commerciali e di cooperazione politica e giuridica e la tutela sociale e fiscale di tutti coloro che per lavoro e professione vi sono coinvolti. Per questo, ho presentato al Ministro degli affari esteri e a quello del lavoro un’interrogazione con la quale chiedo di avviare al più presto i contatti con le autorità messicane allo scopo di concordare in tempi ragionevoli un testo di convenzione di sicurezza e di regolamentazione delle rispettive imposizioni fiscali, da portare poi alla ratifica dei rispettivi Parlamenti. So bene che i tempi di definizione degli accordi bilaterali non sono brevi, ma se si inizia tardi si rischia di arrivare tardissimo. E invece lo sviluppo dei rapporti con il Messico dovrebbero indurre ormai tutti ad operare con la massima celerità e responsabilità.
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MEZZOGIORNO: LA CAMERA RICONOSCE IL RUOLO ESSENZIALE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO

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Nella seduta che la Camera ha dedicato all’esame delle mozioni sulla ripresa e lo sviluppo del Mezzogiorno è stata approvata la mozione a prima firma Covello, alla quale abbiamo dato la nostra adesione dopo avere contribuito ad integrarla con importanti riferimenti agli italiani all’estero. Dall’inizio del ventesimo secolo, nelle diverse fasi della nostra emigrazione verso l’estero, più della metà degli emigrati italiani è partita dalle regioni meridionali, senza contare la mobilità interna che ha portato altri milioni di meridionali nelle aree del centro-nord. Una realtà non solo del passato, ma del presente, come testimoniano i flussi di “nuova emigrazione”, e probabilmente del futuro, come affermano gli analisti che prevedono entro la metà di questo secolo l’allontanamento di altri 4/5 milioni di persone. Non è possibile pensare, dunque, alla ripresa di questa importante parte del Paese, che la crisi degli ultimi anni ha messo in ginocchio, indipendentemente dai processi migratori che ne hanno attraversato la storia e senza considerare le potenzialità di relazioni che nel mondo esistono per la presenza e e la consistenza sociale, economica e culturale di decine di milioni di meridionali di nascita e d’origine. Abbiamo richiesto alla presentatrice Covello e al Gruppo del PD di tener conto di questa più innovativa e realistica visione; la nostra sollecitazione è stata pienamente accolta e ha portato ad integrare nel testo numerosi e impegnativi passaggi riguardanti gli italiani all’estero. Il testo approvato, che è orami un documento di indirizzo per il Governo, recita dunque che “il Mezzogiorno, sul piano dell’internazionalizzazione, dei flussi turistici e della ricerca di investimenti, può usufruire delle notevoli potenzialità legate alla presenza in diversi continenti e in un gran numero di Paesi di milioni di persone di origine e dei loro discendenti, diventati ormai classi dirigenti nei rispettivi contesti di insediamento”. Alla luce di questa premessa, nel dispositivo si impegna il Governo “nell’ottimizzazione del Masterplan e nella predisposizione dei programmi di internazionalizzazione, a verificare nell’ambito degli specifici progetti le possibilità di coinvolgimento e partenariato con i soggetti e le organizzazioni di origine italiana già attivi nel campo dell’intermediazione commerciale e finanziaria”. In più, nel punto in cui si decide di promuovere una struttura di scouters di elevatissimo profilo, coinvolgendo Invitalia, con lo scopo di individuare investimenti produttivi da allocare presso le aree industriali del Sud, si raccomanda di dedicare particolare attenzione “agli operatori italiani e di origine italiana che hanno raggiunto posizioni di rilievo nel tessuto produttivo e finanziario delle realtà di residenza”. Nella parte dell’articolata mozione nella quale si parla degli impegni sul piano culturale e turistico, infine, abbiamo proposto e ottenuto che il Governo predisponga, “in collaborazione con le Regioni meridionali, progetti di promozione e ‘pacchetti’ di incentivi finalizzati al turismo di ritorno, con particolare riferimento alle aree interne del Mezzogiorno”. Il Mezzogiorno, come è riconosciuto dai commentatori più autorevoli e accreditati, è il banco di prova della ripresa generale del Paese e di una sua nuova stagione di modernizzazione. Da questa prospettiva la Camera, a larga maggioranza, ha deciso che non solo non possono essere esclusi gli italiani all’estero, ma che addirittura il loro contributo possa essere un elemento importante per il futuro dell’Italia. Noi che conosciamo direttamente il peso che i meridionali hanno nella realtà dell’emigrazione italiana nel mondo, consideriamo questo passaggio come un atto di doveroso riconoscimento e, allo stesso tempo, di realismo e lungimiranza del Parlamento italiano.

I deputati del PD Estero: La Marca, Farina, Fedi, Garavini, Porta, Tacconi


IMPEGNO DEL GOVERNO PER REINTEGRARE I FONDI PER I CORSI DI ITALIANO ALL’ESTERO

studenti
Il Governo ha dichiarato il suo impegno per reintegrare i fondi per i corsi di lingua e cultura italiana organizzati dagli enti gestori al livello del 2015. E’ questa la risposta che il Sottosegretario Enzo Amendola ha dato per conto dell’esecutivo all’interrogazione urgente che abbiamo presentato subito dopo avere appreso la notizia di una riduzione di 2 milioni e 625 mila euro per il 2016. Tale contrazione era avvenuta a seguito della rimodulazione della spesa che il Ministero delle Finanze ha richiesto a ciascun ministero, MAECI compreso. Nell’interrogazione avevamo sottolineato fortemente l’esigenza di non colpire ulteriormente un settore sicuramente strategico per la proiezione dell’Italia nel mondo, quale la promozione all’estero della lingua e della cultura italiana. La contrazione prefigurata avrebbe colpito attività di formazione già avviate da quegli enti gestori che dallo stesso Ministero erano stati sollecitati a rilevare i corsi lasciati scoperti per il mancato invio dall’Italia di personale di ruolo. Si potrebbe configurare concretamente una situazione di chiusura di non pochi corsi, di dispersione di alunni e di licenziamento di insegnanti.
In più, la contrazione della spesa per queste attività, contenuta negli ultimi anni a seguito di emendamenti di iniziativa parlamentare, diventerebbe ancora più preoccupante per il 2017 e il 2018, in quanto la proiezione triennale della Stabilità prevede per questi anni una spesa di circa 6 milioni, praticamente la metà di quanto investito nel 2015.
L’impegno del Governo tende a porre rimedio, dunque, ad una situazione passibile di deleterie conseguenze sul sistema di promozione culturale dell’Italia nel mondo.
Abbiamo preso atto, con la replica fatta dall’On. Tacconi a nome di tutti noi, della confortante risposta del Sottosegretario Amendola. Nello stesso tempo, abbiamo ribadito il nostro impegno nel seguire i successivi sviluppi della questione e richiamato l’esigenza di riequilibrare le risorse disponibili in questo campo anche per gli anni successivi.

I deputati del PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi


MUSEO DELL’EMIGRAZIONE: OCCORE UN RESPIRO STORICO E CULTURALE ADEGUATO AI TEMPI

migranti
Il Ministro per i beni culturali e il turismo Dario Franceschini ha manifestato l’intento di rilanciare il Museo nazionale dell’emigrazione italiana, spostando presso il Museo del Mare a Genova i materiali attualmente esposti a Roma presso il Vittoriano e facendo della città ligure il luogo simbolo della diaspora italiana nel mondo. Ricordiamo che il Museo fu ideato e finanziato nel 2007 dal Governo Prodi e istituito, su volere del Vice Ministro per gli italiani all’estero Franco Danieli, con decreto del Ministro degli esteri Massimo D’Alema. L’idea progettuale dalla quale esso è nato è stata di quella di superare il ritardo che l’Italia aveva accumulato in questo campo, pur essendo uno dei maggiori Paesi di emigrazione, e di collegare l’istituzione museale alla transizione che l’Italia sta vivendo da storica e ancora attiva realtà di emigrazione a realtà anche di immigrazione, anzi a fondamentale snodo dell’immigrazione in Europa. Questa ipotesi, con la caduta del Governo Prodi e l’avvento del Governo di centrodestra, fu ridimensionata e trasformata in una esposizione documentaria, per altro in locali di notevole valenza simbolica ma limitati e inadatti, dello sviluppo diacronico dell’emigrazione italiana, con un’appendice finale relativa all’arrivo degli stranieri in Italia. A livello parlamentare abbiamo fatto vivere l’ispirazione e il diverso respiro del progetto iniziale presentando un disegno di legge per la trasformazione dell’attuale museo in Museo nazionale delle migrazioni, al quale abbiamo affiancato un secondo disegno di legge sull’insegnamento multidisciplinare delle migrazioni nelle scuole, con riferimento all’autonomia di programmazione formativa degli istituti.

Per avere un confronto su queste essenziali questioni di impostazione del progetto relativo al Museo dell’emigrazione, l’On. Marco Fedi, accompagnato dal Prof. Norberto Lombardi, a suo tempo uno dei promotori dell’istituzione del museo, si è incontrato per conto degli eletti all’estero del PD con il Capo della Segreteria tecnica del MIBACT, Dott.ssa Giorgia Floriani e altri funzionari. L’On. Fedi ha preso atto dei significativi passi in avanti che l’operazione sta facendo a livello istituzionale, con il coinvolgimento, oltre che del MIBACT e del Ministero degli esteri, titolare del Museo, della Regione Liguria, del Comune di Genova e della locale Università. In vista dell’apertura della fase di definizione scientifica del progetto, ha sottolineato tre aspetti essenziali: quello di avere una proposta museale che incorpori gli aspetti dell’emigrazione, vecchia e nuova, degli italiani e, nello stesso tempo, la formazione nel nostro Paese di consistenti comunità di migranti; quello di non limitarsi ad un taglio tradizionalmente espositivo ma di concepire un sistema a rete che si avvalga delle risorse della multimedialità e valorizzi il grande patrimonio di conoscenze e rappresentazioni presente tanto nei musei e nei centri di ricerca specializzati italiani che nelle più importanti istituzioni museali internazionali; quello di dare il giusto risalto al grande esodo meridionale, alla più recente emigrazione in Europa e alle forme di mobilità che si stanno sviluppando negli ultimi anni. L’incontro si è concluso con l’impegno ad avere ulteriori momenti di approfondimento con l’obiettivo di giungere ad un progetto di ampio respiro e coerente con il forte sviluppo dei fenomeni migratori.


RIFORME COSTITUZIONALI: UN PASSO IN AVANTIVERSO UN SISTEMA ISTITUZIONALE PIÙ SEMPLICE ED EFFICIENTE

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Con il voto favorevole della Camera alla riforma della parte seconda della Costituzione il principale traguardo del Governo Renzi e della maggioranza che lo sostiene ha compiuto un decisivo passo in avanti. A questo esito abbiamo concorso con piena convinzione, per il bene che la riforma fa al sistema istituzionale italiano e, soprattutto, agli italiani, in Italia e all’estero.

Il sistema istituzionale, se la riforma sarà confermata dal voto referendario dei cittadini, diventa più semplice, più veloce, più efficiente. Si supera finalmente il bicameralismo paritario, diminuisce il numero complessivo dei parlamentari e i costi della politica vengono ulteriormente ridimensionati, sia a livello centrale che regionale. Sono obiettivi di cui si parla da decenni senza che si sia riusciti finora a fare concreti passi in avanti e di richieste che vengono quotidianamente reiterate da centinaia di migliaia di persone sui social network, alle quali si è risposto finora solo con furbizie propagandistiche e con campagne populistiche. Questo Governo e questa maggioranza, invece, stanno rispondendo con i fatti, portando finalmente all’approdo una riforma sempre invocata e sempre elusa. E’ certamente legittimo discutere ed eventualmente dissentire sul modo come si pensa di raggiungere gli obiettivi proposti. Quello che è difficile sostenere è che una riforma che viene consegnata al popolo sovrano perché ne decida le sorti con una sua libera espressione di voto possa rappresentare, come in Parlamento rumorosamente hanno ribadito i soliti ignoti, una limitazione della democrazia. La circoscrizione Estero, a serio rischio di cancellazione, viene invece mantenuta e il numero degli eletti nella nuova Camera, che avrà poteri esclusivi per la formazione del Governo e per l’approvazione di una larga parte dell’attività legislativa, è anch’esso pienamente confermato. Il carattere territoriale della composizione del Senato e la particolarità delle sue nuove funzioni comporta l’eliminazione dei sei eletti all’estero. Non ce ne rallegriamo, naturalmente, anche se la diminuzione di un terzo degli eletti all’estero corrisponde esattamente alla riduzione complessiva dei parlamentari che la riforma opera. Ma anziché piangere sul latte versato, riteniamo più produttivo aprire una riflessione generale sulla rappresentanza degli italiani all’estero, in dialogo con i COMITES, il CGIE e il mondo associativo, per porre le basi di una sua riorganizzazione complessiva, che porti al più presto ad un suo rilancio e ad un maggiore riconoscimento, sia a livello nazionale che regionale. Il voto degli elettori, come si è detto, deciderà delle prospettive della riforma con il referendum confermativo che si dovrebbe svolgere ad ottobre. Dal suo esito, dipenderanno le sorti della stessa legislatura, che nel caso di conferma prenderebbe respiro fino alla scadenza naturale del 2018. Un atto di fiducia del popolo italiano nelle possibilità di ripresa del Paese e un tempo prezioso di lavoro che questo Governo ha dimostrato di saper utilizzare. Siamo certi che gli italiani all’estero sapranno apprezzare il volto nuovo che l’Italia si sta dando, vale a dire il profilo di un Paese più moderno, più operoso e pronto ad assumere le decisioni, più efficiente. Noi che viviamo la vita delle nostre comunità all’estero sappiamo quanto sia importante per i nostri connazionali potersi rifare ad un’Italia più dinamica ed apprezzata nel mondo. Il referendum sarà l’occasione per fare un serio passo in avanti in questa direzione.

I Deputati PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi

DOSSIER (a cura del Gruppo del Pd della Camera dei Deputati) – REVISIONE DELLA PARTE II DELLA COSTITUZIONE

APPROFONDIMENTI (a cura della Camera dei Deputati) – RIFORME COSTITUZIONALI E ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA


INTERVISTE ED ARTICOLI


IL MIO ARTICOLO PER LA VOCE DI NEW YORK: «UN’ITALIA PIÙ SEMPLICE»

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IL MIO ARTICOLO PER “AMERICA OGGI”: «UNA CODA AL VELENO?»

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OSPITE DELLA NUOVA TRASMISSIONE “BUONGIORNO! BUONGIORNO!”

RADIO CENTRE-VILLE 102,3 FM.

Intervista di “Fine Anno” a Francesca La Marca. 

Conduce Giuseppe Continiello, curatore del programma in lingua italiana

Ascolta la trasmissione >>


INCONTRI 


ROMA: #IAMAMIGRANT. IL 1° INCONTRO ITALIA-CANADA SU IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE

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Il 24 febbraio ho partecipato al Primo incontro Italia-Canada su immigrazione e integrazione. L’iniziativa, dal titolo “Esperienze di integrazione: condivisione di buone pratiche tra Canada e Italia”, è stato organizzato dalle Ambasciate canadesi presso la Repubblica italiana e presso la Santa Sede, in collaborazione con l’Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM).

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“L’obiettivo degli organizzatori, in un momento di forte espansione e acutizzazione dei fenomeni migratori, è stato quello di guardare oltre la preliminare e indispensabile fase del salvataggio di vite umane e di approfondire gli aspetti riguardanti l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. In questo senso, si è ritenuto di inquadrare questi processi in un’ottica di medio-lungo periodo, delineando ipotesi di intervento e politiche adeguate e coerenti. Si è trattato di un’iniziativa opportuna e positiva, che ha tempestivamente affrontato una questione cruciale, quella della transizione tra l’emergenza e l’integrazione dei migranti che arrivano nei nostri Paesi. Il confronto su questo tema si è sviluppato tra le politiche per l’integrazione in Canada e quelle in via di definizione in Italia. E’ stato possibile, così, stabilire un’equiparazione tra due realtà storicamente e strutturalmente esposte ai fenomeni migratori: il Canada, in virtù dell’ingresso di milioni di stranieri che con il tempo sono diventati un fattore di sviluppo dell’economia e della società locale, anche grazie alla politiche di accoglienza e multiculturali che sono state adottate; l’Italia, in virtù del suo straordinario passato emigratorio, al quale si accompagna un presente anche di immigrazione sul proprio territorio. I casi richiamati di esperienze realizzate in città e province canadesi hanno consentito di porre un utile riferimento per analoghe esperienze da costruire anche in Italia, tanto più che l’Italia si trova ad essere investita da flussi consistenti e non programmabili, che, con le tensioni che si stanno manifestando tra i Paesi europei, rischiano di essere smaltiti con sempre maggiore difficoltà in un ambito più ampio. Anche in Italia, comunque, non mancano le buone pratiche, come quelle realizzate in Emilia-Romagna e in qualche altra regione, che è importante far conoscere e divulgare. Desidero ringraziare le Ambasciate canadesi e l’OIM per questa opportunità di riflessione e per gli stimoli che l’iniziativa ha dato a tutti noi”.


A NEW YORK PER LA VISITA DEL PRESIDENTE MATTARELLA

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Ho partecipato a New York all’incontro che il Presidente Mattarella ha avuto con la comunità italo-americana e italiana, alla presenza del Governatore di New York Andrew Cuomo, del Sottosegretario Enzo Amendola in rappresentanza del Governo italiano e del Console Natalia Quintavalle.

francesca con mangionefrancesca conxIn questa occasione ho vissuto due intensi sentimenti. Il primo è quello di trovarmi tra i rappresentanti della emigrazione storica e attuale in uno dei crocevia cruciali del mondo contemporaneo. L’altro è di aver potuto ascoltare direttamente dalla massima autorità istituzionale italiana parole fervide non solo di saluto ma di richiamo ai maggiori problemi da affrontare, in particolare sul piano della sicurezza e del governo delle migrazioni. Il Presidente Mattarella, che alla fine ho potuto personalmente ringraziare per la sua presenza e per il suo contributo, ha voluto concludere il suo intervento con un’espressione che racchiude il riconoscimento verso la nostra comunità negli Stati Uniti e il legame di affetto e di amicizia con il popolo americano: ‘Today I am a New Yorker’. Sul ruolo che la comunità di origine italiana ha svolto nella società nordamericana, il Presidente Mattarella ha usato toni diretti e toccanti: “In voi scorgo i volti di una storia fatta di coraggio, sacrificio, duro lavoro, ma anche di grandi successi che hanno plasmato nel tempo i destini della nazione americana, dell’Italia e – non è assolutamente un’iperbole – del mondo intero. I nostri emigrati e i loro discendenti – ha affermato il Presidente – sono orgogliosamente americani e italiani e nel passato e nel presente di questi Paesi hanno le loro radici”. Meglio, veramente, non si poteva dire. Il richiamo alla vicenda storica della nostra emigrazione è stato anche un motivo che il Presidente ha fatto per comprendere e affrontare i doveri del presente. L’accoglienza e l’integrazione che gli Stati Uniti hanno offerto a milioni di persone, di cui molte italiane, diventando anche per questo uno dei Paesi guida del mondo, rappresenta una lezione che l’Europa, alle prese con le drammatiche migrazioni del presente, deve sapere interpretare e far rivivere. Il Presidente, inoltre, non ha trascurato di toccare di fronte a noi un altro tema di acuta sensibilità, quando ha ricordato che uno degli elementi più importanti dell’amicizia e della collaborazione tra i nostri popoli è stata la lotta al terrorismo. L’impegno contro la violenza cieca e distruttrice è quanto mai attuale in ogni parte del mondo e richiede, a livello internazionale, una scelta prioritaria a tutela della sicurezza delle persone, cooperazione, intelligenza ed efficacia operativa. Devo dire, infine, che ho trovato particolarmente appropriato il riconoscimento che il Presidente ha voluto fare alle donne italo-americane per quanto hanno dato all’evoluzione della nostra comunità e alla persistenza dei legami con la terra e la cultura d’origine. Il ringraziamento che alla fine della cerimonia ho potuto dare al nostro Presidente per la sua presenza e per il suo contributo non ha avuto nulla di formale, ma è scaturito con sincerità dalle emozioni che Egli ha saputo suscitare in tutti noi”.

New York 10/02/2016

Saluto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’incontro con la comunità italiana al Museo Guggenheim (Il testo)

Saluto del Presidente Mattarella alla comunità italiana al Museo Guggenheim (Il video)


ROMA: INAUGURAZIONE DEL MASTER IN “GLOBAL MARKETING, COMMUNICATION AND MADE IN ITALY”

fran

Presso l’Auletta dei Gruppi della Camera dei Deputati, si è tenuta l’inaugurazione del Master in “Global Marketing, Communication and Made in Italy” promosso dalla Fondazione Italia USA insieme al Centro Studi “Comunicare l’Impresa”. Invitata in qualità di parlamentare eletta dalle comunità italiane nord americane,  sono intervenuta augurando ai 300 giovani iscritti al Master e agli organizzatori un proficuo lavoro in uno dei settori strategici per il nostro Paese. Nel mio intervento ho invitato gli studenti a vedere nelle nostre comunità nel mondo un fattore prezioso per la promozione del Made in Italy, per il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane, per la promozione dell’immagine del prodotto italiano nel campo della commercializzazione e del turismo.


BACHECA


CANADA


F.G. BRESSANI LITERARY PRIZE 2016 EDITION

logoIl Centro Italian Cultural Centre is thrilled to announce the publication of the Rules and Regulations for the 2016 edition of the Bressani Literary Prize.
Bressani-2016-Rules-and-Regulations.
Application deadline is March 11, 2016.


LA PROGRAMMAZIONE ITALIANA DI RADIO CENTRE-VILLE 102,3 FM

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Tutti i MERCOLEDÌ e tutti i VENERDÌ, dalle 05:00 alle 07:00 del mattino, sarà l’équipe italiana di Radio Centre-Ville (102,3 FM, radiocentreville.com) a dare la sveglia alla comunità italiana di Montréal.

OGNI MERCOLEDÌ, dalle 05:00 alle 07:00, la prima ora in italiano e la seconda ora in francese, è Giuseppe Continiello, che dirige la redazione italiana, a condurre la trasmissione BUONGIORNO! BUONGIORNO!
Con lui, ad animare i programmi:
Tony Intrevado (I DIAGNOSTICI, ai confini della conoscenza, ogni PRIMO VENERDÌ del mese), Peppino Fazio e Lello Tartarini (A SCUOLA DI CALCIO, ogni SECONDO VENERDÌ del mese), Francesco Falsetti (TUTTA UN’ALTRA STORIA, trasmissione dedicata ai grandi temi dell’attualità politica ed economica internazionale, ogni TERZO VENERDÌ del mese), Anita (CAPPUCCINO E BRIOCHE, all’ascolto della comunità italiana – in musica – ogni QUARTO VENERDÌ del mese) e Flavia Gervasi (LE FORME DELLA CULTURA, il PRIMO MERCOLEDÌ del mese, dalle 05:30 alle 06:00, in italiano, e il TERZO MERCOLEDÌ del mese, dalle 06:30 alle 07:00, in francese).


CANADA: ENTRA IN VIGORE AL 15 MARZO LA “ELECTRONIC TRAVEL AUTHORIZATION” (ETA)

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 Dal 15 marzo gli stranieri esenti da visto, tra cui i cittadini italiani, diretti in Canada per via aerea dovranno munirsi prima dell’imbarco della “electronic Travel Authorization” (eTA), similmente a quanto avviene per l’ingresso negli Stati Uniti con l’ESTA. È quanto ricorda l’Ambasciata d’Italia ad Ottawa, spiegando che la richiesta dell'”eTA” dovrà essere effettuata online. Per farlo, servono un passaporto valido, una carta di credito e un indirizzo di posta elettronica.
L’eTA sarà collegata elettronicamente al passaporto del richiedente e sarà valida per cinque anni o fino alla scadenza del passaporto, se questa interviene prima. Il relativo costo è di 7 dollari canadesi.
Le richieste potranno essere trasmesse da qualsiasi dispositivo connesso ad Internet, inclusi i cellulari, e la risposta perverrà di regola dopo pochi minuti, salvo i casi in cui le competenti autorità canadesi ritengano necessari ulteriori accertamenti.

Per ulteriori informazioni, in italiano, sull’eTA, l’Ambasciata invita a consultare a pagina Internet
http://www.cic.gc.ca/english/visit/eta-facts-it.asp.
L’autorizzazione “eTA”, chiariscono da Ottawa, non garantisce l’automatica ammissione in territorio canadese, che è lasciata alla discrezionalità delle competenti autorità doganali e di frontiera.
Il soggiorno in Canada sulla base dell’”eTA” non consente invece di rimanere sul territorio canadese oltre il periodo consentito né di svolgere attività retribuite.
Nei casi diversi dal breve soggiorno fino a sei mesi per motivi di turismo o di affari è necessario richiedere apposito visto d’ingresso presso l’Ambasciata del Canada a Roma.
Per informazioni sul visto d’ingresso in Canada si può consultare la pagina Internet http://www.cic.gc.ca/english/visit/index.asp.
Informazioni sono anche sul sito dell’Ambasciata del Canada a Roma.
L’indirizzo e-mail dalle autorità canadesi per richiedere chiarimenti in materia di “eTA” è CIC-eTA-AVE@cic.gc.ca.


USA


COMITES HOUSTON: XI CONFERENZA DEI RICERCATORI

Organizzata dal Comites di Houston, il 26 e 27 febbraio si tiene l’11esima edizione della Conferenza dei ricercatori italiani nel mondo. La due giorni è aperta a tutti i ricercatori – italiani o che lavorano con istituzioni italiane – impegnati nei diversi campi della scienza, della tecnologia, della medicina e delle scienze umanistiche e sociali.
I lavori si svolgono nell’Auditorium del Consolato generale (1330 Post Oak Blvd); quest’anno, inoltre, la conferenza ospiterà un convegno sul tema “Percorsi Migratori; Italy from Land of Departure to Point of Arrival (Causes, Effects and Problems of a Global Phenomenon)”.

Non mancherò di aggiornarvi nella prossima newsletter.


MESSICO


UN’UNICA SEDE PER IL COMITES, IL PATRONATO ITAL E L’AIA

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Città del Messico. Da quest’anno il Comitato degli Italiani all’Estero (Comites), il Patronato ITAL e l’AIA condividono gli spazi di Calzada General Mariano Escobedo n. 491/401, nei pressi di Liverpool Polanco, facilitando così l’interazione con i cittadini del Belpaese a Città del Messico e creando considerevoli sinergie nell’adempimento delle loro funzioni. Il Comites è l’organo di rappresentanza degli italiani in Messico nelle loro relazioni con le autorità diplomatiche e consolari, il Patronato ITAL offre consulenza gratuita in materia sociale, del lavoro e legale, con particolare attenzione agli aspetti normativi, fiscali ed operativi delle pensioni, mentre l’AIA è responsabile di fornire supporto ai cittadini italiani ed ai loro discendenti che si trovano in situazioni di difficoltà economiche o di salute.

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SI ARRICCHISE LA FAMIGLIA DEI FOGOLARS FURLANS 

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L’Ente Friuli nel mondo ha ratificato la fondazione del sodalizio di Città del Messico presieduto da Giovanni Candolini, originario di Gemona, che ha sottolineato la nascita della nuova “antenna” in questo Paese latinoamericano come «uno strumento per la promozione delle eccellenze friulane». Gli altri membri fondatori sono Alberto Dose, tesoriere del Comites e consigliere della Camera di Commercio italiana, Eva Martin, responsabile SACE in Messico, Giovanni Paoletti, Andrea Bertossi, Mariaelena Desio, Mauro Coppe e Mauro Sant. I Fogolârs Furlans sono associazioni diffuse internazionalmente e costituite da emigrati del Friuli e dai loro discendenti.

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RIAPRE AL PUBBLICO IL CONSOLATO ONORARIO D’ITALIA A GUADALAJARA, CON GIURISDIZIONE SUGLI STATI DI JALISCO E COLIMA

A darne notizia è l’Ambasciata d’Italia in Messico. Il Console Onorario Console Onorario Fabio Toticchi è raggiungibile ai seguenti recapiti: indirizzo: Calle Garibaldi 1849, Fracc. Ladrón de Guevara (C.P. 44600 Guadalajara (Jalisco) – telefono: 33 3616 1700; e-mail: guadalajara.onorario@esteri.it.