Sulla situazione dell’insegnamento dell’italiano a Montreal e, in particolare, sulla sospensione del contributo ministeriale al PICAI, lo storico ente che da oltre quarant’anni è al servizio della nostra comunità nel Québec, ho presentato un’altra interrogazione al Ministro degli esteri e della cooperazione internazionale, dopo quella già avanzata alla Farnesina alcuni mesi fa.
Desidero ricordare che il PICAI, che pure ha offerto lingua e cultura italiane a diverse generazioni di discendenti di connazionali, oltre che a canadesi desiderosi di imparare la nostra lingua, nelle ultime due annualità è stato escluso dai finanziamenti ministeriali per il fatto di avere virtuosamente realizzato, con i soldi delle rette delle famiglie per i corsi realizzati, una riserva di fondi iscritta nel patrimonio dell’ente. Tale riserva, ad opinione del Ministero, sarebbe stata di ostacolo ad ulteriori finanziamenti che, come si è detto, sono stati sospesi dal 2014.
Nonostante ciò, il PICAI ha tenuto fede alla sua storia e alla sua funzione, utilizzando per l’organizzazione e la gestione delle sue attività la riserva dell’ente per un 65% e le rette degli alunni per un 35% e continuando i corsi in 12 scuole a beneficio di oltre 1500 alunni. Tuttavia, con la chiusura dell’anno scolastico in corso, la riserva propria, ammontante alla fine del 2015 a 336.000 dollari canadesi, si è quasi totalmente esaurita con le attività dei primi mesi dell’anno corrente, lasciando un residuo di 68.000 dollari, del tutto insufficiente per avviare un nuovo anno scolastico.
Il problema che si pone è dunque questo: senza il ripristino del contributo ministeriale, da concedere naturalmente nel rispetto della normativa vigente, il PICAI sarà costretto a non riaprire i corsi per l’anno scolastico 2016-2017 interrompendo la sua lunga e importante parabola storica e, quel che più importa, privando la nostra comunità nel Québec di un servizio culturale e linguistico di cui ha goduto per decenni. Più in generale, in questa malaugurata ipotesi non solo verrebbe a cadere un elemento essenziale dell’identità culturale della comunità italiana in Québec, ma il sistema di promozione della lingua e della cultura italiane in Canada subirebbe un obiettivo arretramento.
Credo che una cosa del genere nessuno se la auguri e nessuno veramente la voglia, ma gli esiti di alcuni meccanismi burocratici potrebbero andare oltre le volontà e tradire le migliori intenzioni.
Per questo ho chiesto al Ministro degli esteri di considerare la necessità e l’urgenza di assicurare concretamente, in vista dell’apertura del nuovo anno scolastico, un sostegno contributivo per l’ente che lo metta nella condizione di non chiudere i battenti e di continuare a offrire i corsi di lingua e di cultura italiana alla nostra comunità in Québec.
L’eventuale reintegro dei 2,5 milioni per i corsi di lingua, per il quale sia il Ministro Gentiloni che il Sottosegretario Amendola hanno dichiarato il loro impegno, può essere il giusto canale per arrivare ad una soddisfacente soluzione.
E’ in ballo la continuità di una gloriosa esperienza che continua a manifestare le sue positive ricadute soprattutto sulle giovani generazioni di origine di Montreal e del Québec. Mi auguro che da parte di tutti si faccia questo sforzo di responsabilità, con la dovuta attenzione a far coincidere i tempi delle decisioni con quelli del reale funzionamento delle istituzioni educative.