ITALIA-MESSICO: L’AVVIO DELLE TRATTATIVE PER LA STIPULA DI UNA CONVENZIONE DI SICUREZZA SOCIALE E PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI RESTA UNA QUESTIONE APERTA

Il Messico è certamente uno dei Paesi che ha compiuto passi molto lunghi sul piano dello sviluppo sociale ed economico e, soprattutto per questo, è diventato uno dei più dinamici e interessanti partner dell’Italia in un’area di notevole importanza strategica. I rapporti di scambio tra Italia e Messico, infatti, dopo il Trattato di libero scambio Europa-Messico, sono cresciuti del 270%, al punto che attualmente l’Italia è il terzo partner commerciale tra i Paesi dell’UE, il nono a livello mondiale; il Messico, a sua volta, è per l’Italia il secondo partner tra i paesi dell’America latina. Non a caso, nel Paese centroamericano operano circa 1.400 imprese italiane; negli ultimi anni importanti nostre imprese sono inoltre impegnate nella realizzazione di significativi progetti in quella realtà. E’ facile immaginare quanti intrecci sociali si siano sviluppati intorno a questa rete di iniziative e di interessi, considerando naturalmente anche la crescente presenza di messicani in Italia.

La regolamentazione delle questioni previdenziali e dei trattamenti fiscali che interessano i cittadini dei due Paesi è purtroppo vecchia e inadeguata e non tiene conto delle dinamiche attuali. Risale al 1977, infatti, un protocollo di intesa per la trasferibilità delle pensioni dei cittadini dei due Paesi e nel 2015 è stato firmato a Milano un protocollo di intesa tra l’INPS e l’Istituto messicano di previdenza sociale (IMSS), volto a sviluppare la cooperazione tra i due istituti. Tutto qui.

Per questo, ho sollecitato con un’interrogazione i Ministri degli Esteri e del Lavoro ad avviare gli opportuni contatti con le autorità messicane per verificare la disponibilità ad adottare le procedure di definizione di un accordo bilaterale di sicurezza sociale e di superamento della doppia imposizione fiscale, da portare in tempi ragionevoli all’approvazione dei rispettivi Parlamenti.

La risposta del Governo, per l’immediato, non è stata positiva, nel senso che gli attuali stringenti vincoli di bilancio impedirebbero al momento, a causa dei relativi oneri per la finanza pubblica, l’avvio di nuove trattative in vista della sottoscrizione di un’intesa con il Messico. D’altro canto, per i nostri ministeri, le stesse autorità messicane non avrebbero dimostrato un interesse in tal senso, dal momento che non hanno richiesto di discuterne negli ultimi recenti incontri bilaterali.

Dico subito che è una risposta che comprendo, ma alla quale non mi rassegno né credo si rassegneranno i nostri connazionali che risiedono in Messico. L’esigenza di avviare questi processi è obiettiva ed è auspicabile che le autorità dei rispettivi Paesi si convincano che è interesse comune fare dei passi in avanti, almeno avviando le trattative che, com’è noto, di per sé sono piuttosto lunghe.

Per quanto mi riguarda non tralascerò occasione per continuare a rappresentare alle autorità italiane l’opportunità di inserire anche il Messico nel novero dei paesi verso i quali vi è interesse per la stipula di accordi bilaterali in materia sociale. Mi auguro che il COMITES di Città del Messico, le associazioni, i patronati e le associazioni di imprenditori non siano da meno, sia verso gli interlocutori italiani che verso le autorità messicane. Dell’esito della mia iniziativa parlamentare sarà mia cura informare anche gli Ambasciatori dei due paesi affinché si consideri la questione aperta e degna di ogni considerazione l’attesa dei cittadini italiani e messicani a veder meglio tutelati i loro interessi previdenziali e fiscali.