Orrore e dolore. E pietà per tante vite giovani e innocenti, stroncate per la sola ragione di poter diventare un simbolo da colpire, il bersaglio di un odio e di una violenza assunte come strumento di vendetta e sopraffazione contro una diversa civiltà.
È difficile trovare parole per questa ennesima e grave strage, la più grave che sia stata mai consumata in un luogo pubblico negli Stati Uniti. Paradossalmente, proprio il significato che l’esecutore e i mandanti hanno voluto dare a questo orribile gesto, rappresenta la ragione del suo rigetto e della sua più netta condanna. Si sono volute colpire, infatti, persone in ragione della loro differenza, della forza eversiva che le loro scelte di vita esercitano verso convenzioni moralistiche e tabù cristallizzati, verso una visione religiosa rigida e spersonalizzante. Si è voluto colpire, insomma, un simbolo di quanto di più prezioso vi sia nel nostro patrimonio ideale, morale e civile, vale a dire la libertà, l’uguaglianza tra i cittadini, il rispetto della persona e dei suoi intangibili diritti civili.
Ha ragione Obama: dobbiamo restare ciò che siamo perché solo in questo modo risalterà in tutta la necessaria chiarezza la forza della libertà e della democrazia rispetto allo spirito di sopraffazione e di violenza. Il non avere fatto passi indietro nella pratica democratica dopo le stragi di Parigi e di Bruxelles ha consentito di fatto di far avanzare il prosciugamento delle fonti dell’odio e il contenimento territoriale e militare dell’ISIS.
La fermezza nei principi, tuttavia, si deve coniugare con la collaborazione a livello internazionale tra gli stati democratici per potenziare e mettere in sinergia gli strumenti di prevenzione e controllo necessari per rendere più elevati possibili i livelli della comune sicurezza, per quanto sia possibile di fronte ad azioni isolate e disperate.
Queste, comunque, sono le ore del raccoglimento e dell’impegno. Il pensiero va ai giovani uccisi con barbarie e ai feriti, va alle loro famiglie. L’impegno di tutti noi è quello di rafforzare la resistenza ideale e civile, difendendo con rinnovata convinzione e vigore il bene della libertà e della democrazia.
On. Francesca La Marca