MA PER LA TUTELA DEGLI ANZIANI E DEGLI OPERATORI SI PUÒ FARE DI PIÙ.
L’accordo tra il Ministero degli affari esteri e l’INPS per consentire ai pensionati che riscuotono all’estero di poter dimostrare la loro esistenza in vita anche tramite videochiamate con i consolati rappresenta un passo avanti trattandosi di una possibilità aggiuntiva.
Nelle settimane passate, di mia iniziativa e in collaborazione con i colleghi del PD e di Italia Viva eletti all’estero, abbiamo sollecitato l’INPS a rinviare la campagna di accertamento in vita o quantomeno a ricorrere per quest’anno a un’autocertificazione per evitare agli anziani e agli operatori di patronato i rischi di contagio.
Di questo passo avanti do doverosamente atto ai responsabili del MAECI e, in particolare, al Direttore della DGIT Luigi Vignali, che non hanno esitato a coinvolgere nelle operazioni i consolati, già gravati da non pochi problemi operativi, soprattutto in questa fase così difficile.
Chi ha una conoscenza vera del comportamento dei nostri pensionati all’estero sa bene, tuttavia, che il solo fatto di dovere riempire dei moduli e spedirli insieme alle copie dei documenti di riconoscimento, nonché dovere gestire una videochiamata, porterà ugualmente tanti anziani negli uffici dei patronati, mettendo a repentaglio la loro salute e quella degli operatori.
Resto convinta, dunque, che sarebbe stato meglio percorrere le strade principali, quella del rinvio e quella dell’autocertificazione, per il bene di tutti. In ogni caso, mi auguro che anche questa modalità di accertamento possa essere prontamente implementata e resto a disposizione di pensionati e operatori, pronta ad intervenire per qualsiasi situazione o difficoltà intendano segnalarmi.