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I PROBLEMI E L’IMPEGNO NON VANNO IN VACANZA
Cari amici,
La pausa di agosto servirà per tirare il respiro in vista della volata finale, come dicono gli atleti, non per mandare i problemi in vacanza, che invece, nel breve tempo che resta di questa legislatura, devono essere affrontati con determinazione e convinzione. Che soprattutto negli ultimi anni per gli italiani all’estero si siano fatti passi in avanti non c’è dubbio. Basterebbe a dimostrarlo la serie degli emendamenti alle ultime leggi di bilancio, tra i quali il mio per la stampa italiana all’estero, con cui si sono incrementati i fondi per diversi interventi. Problemi e attese, tuttavia, non mancano, come ho modo di constatare non solo attraverso l’assidua, quotidiana corrispondenza con i connazionali della mia ripartizione, ma girando in continuazione tra le nostre comunità del nord e centro America. Mi permetterete di insistere su questo concetto. Fin da quando, dopo l’elezione del 2013, ho messo piede in Parlamento, mi sono ripromessa e ho promesso che avrei tenuto un rapporto continuo e diretto con le elettrici e gli elettori. Anzi, sarebbero stati loro a guidarmi nel mio impegno: nella conoscenza dei problemi e nella ricerca delle soluzioni. È quello che sto facendo ininterrottamente, senza pause, e con spirito d’ascolto.
Per questo, assieme agli altri colleghi del PD eletti all’estero, dedicheremo ogni energia a compiere altri passi in avanti nel tempo che resta di questa legislatura. Le cose da fare, dicevamo, non mancano. Ad iniziare dal miglioramento dei servizi consolari, che a causa delle restrizioni di personale non sono adeguati né per i nuovi emigranti che lasciano l’Italia né per i nostri connazionali di vecchio insediamento, che vedono allungarsi i tempi degli appuntamenti e del disbrigo delle pratiche. Su questo sono già intervenuta con atti parlamentare e con un incontro diretto con il Direttore Sabbatucci del Ministero degli esteri, in particolare sulla situazione del Consolato di Toronto e dei consolati onorari statunitensi di Rochester e New Jersey. Per il Consolato di Toronto ho avuto l’assicurazione dell’immediata disponibilità di un’unità operativa a contratto locale in vista di una più solida soluzione nel giro di alcuni mesi; per il sostegno ai vice consolati onorari, soprattutto statunitensi, ho avuto l’assicurazione che al più presto altri 75 strutture, oltre alle 36 già in opera, saranno dotate delle apparecchiature elettroniche per la raccolta e trasmissione dei dati biometrici per il rilascio dei passaporti, consentendo una velocizzazione delle procedure.
Non poco abbiamo fatto per il sostegno alla promozione della lingua e cultura nel mondo, ottenendo dal Governo un Fondo quadriennale di 150 milioni e, tramite un emendamento, un’integrazione sull’annualità 2017 di altri 4 milioni. Ma mancano ancora oltre due milioni per ritornare alla spesa storica degli ultimi anni. Ce li hanno promessi, ma noi restiamo in vigile attesa. Anche perché a queste ulteriori risorse è legata la possibilità dei finanziamenti integrativi degli enti gestori, soprattutto di quelli più attivi, come quelli che conosco direttamente in USA e Canada. Con esse, inoltre, sono intrecciate le situazioni, diverse tra loro ma ugualmente importanti, del rispetto dell’accordo tra il Centro Scuola di Toronto e il York Catholic District School Board, con lo scopo di salvaguardare la frequenza di circa ottomila alunni, e dell’indispensabile integrazione del sostegno degli enti gestori di Montreal, a partire dallo storico PICAI, che per decenni è stato il fulcro della cultura italiana in Québec.
Uno dei punti sui quali continuerò a martellare sia le autorità italiane che quelle canadesi è il riconoscimento reciproco delle patenti di guida. Un primo importante risultato si è raggiunto con la firma dell’accordo quadro Canada-Italia, che però deve essere tradotto in specifici accordi con le singole province canadesi perché possa finalmente iniziare la fase operativa. Anche su questo, il mio impegno continuerà ad essere costante.
C’è poi la vita di comunità, alla quale tengo moltissimo, provenendo io stessa da una di esse. Oggi le nostre due maggiori comunità canadesi sono impegnate a difendere i simboli della loro più radicata identità, rispettivamente quella di Toronto il Columbus Centre da un progetto di abbattimento e quella di Montreal la Casa d’Italia da un rischio di vendita all’asta. Non è giusto che si tocchino radici così profonde, non deve avvenire. Per questo, la mia solidarietà e il mio impegno sono e saranno completi.
Permettetemi di concludere con un affettuoso augurio di buone vacanze a tutti. Arrivederci a settembre!
L’8 AGOSTO SI RICORDA LA GIORNATA NAZIONALE DEL SACRIFICIO DEL LAVORO ITALIANO NEL MONDO
Questo ricordo del sacrificio italiano nel mondo cade a 61 anni da Marcinelle, che ne rappresenta il simbolo, e a 110 anni da Monongah (West Virginia), che è stata la tragedia di lavoro più grande vissuta dagli italiani all’estero. Sono le tappe di una memoria che deve continuare ad esprimere gratitudine, onore e solidarietà umana non solo verso chi è caduto sulla strada del lavoro e del riscatto sociale ma anche verso le loro famiglie che, oltre al dolore, hanno dovuto affrontare, spesso da sole, un difficile futuro.
Le migrazioni di necessità e di lavoro continuano a scavare un solco profondo anche nel mondo di oggi, il nostro mondo. Noi italiani ne siamo i più diretti testimoni, per le tragedie che si susseguono nel Mediterraneo, e anche i più credibili protagonisti nel salvare vite umane a nome dell’Europa e nel testimoniare con i fatti la nostra civiltà e i nostri principi etici.
Sono convinta che tutto questo può accadere anche perché gli italiani sono un popolo di emigranti, sanno che cosa significa cercare un futuro altrove.
Onore ai caduti sul lavoro.
Francesca La Marca
ATTIVITÀ PARLAMENTARE
LA MIA INTERROGAZIONE PER RIDARE AI CONSOLATI LA POSSIBILITÀ DI ATTESTARE IL POSSESSO DELLA PATENTE ITALIANA E RENDERE PIÙ SEMPLICE LA VITA DEI NOSTRI CONNAZIONALI
Sono intervenuta con un’interrogazione, rivolta al Ministro dei trasporti e al Ministro degli esteri e sottoscritta anche dai mie colleghi eletti all’estero del Pd, sulla questione delle patenti. Una cosa diversa dall’accordo Italia – Canada per il reciproco riconoscimento delle patenti di guida, che resta comunque un mio costante e prioritario impegno. Dopo l’importante definizione dell’accordo quadro tra gli Stati, infatti, c’è da dare piena operatività all’accordo stesso, il che può avvenire solo con la sottoscrizione degli accordi con le singole province, titolari delle competenze in materia di circolazione. La questione che ho dovuto sollevare è di natura diversa e riguarda esclusivamente l’amministrazione italiana. Ognuno sa quanto siano lunghe le procedure per arrivare agli accordi bilaterali tra gli Stati. Buon senso vorrebbe, visto la vitale necessità di poter avere una patente valida per ragioni di lavoro o di quotidiana mobilità, di facilitare quanto più possibile la disponibilità di un documento tanto necessario.
In alcuni paesi, come il Canada, è prevista la possibilità di una procedura facilitata per l’ottenimento della patente locale a condizione di dimostrare un’esperienza di guida non inferiore a due anni. Di conseguenza, i nostri connazionali interessati si recavano al consolato per farsi rilasciare un attestato in tal senso, dopo avere esibito la patente italiana. Ebbene, una circolare del 2015 del Ministero dei trasporti ha vietato che questa attestazione possa essere rilasciata dai consolati e l’ha rivendicata esclusivamente alla competenza degli uffici della Motorizzazione civile.
Quali le conseguenze pratiche per il cittadino? Chi vive all’estero deve tornare in Italia per richiedere tale attestazione oppure rivolgersi a qualche fiduciario perché la richieda per suo conto presso la motorizzazione civile, pagare le spese di una tale operazione e andare incontro agli oneri ulteriori della traduzione certificata dell’attestazione, prima di poterla presentare alle autorità locali. Insomma, anziché semplificare la vita al cittadino nei suoi rapporti con la Pubblica Amministrazione, soprattutto se vive all’estero, la si complica.
Per questo ho presentato un’interrogazione scritta per invitare il Ministro dei trasporti e quello degli esteri, in un’ottica di collaborazione tra settori della Pubblica amministrazione, a riconsiderare la regolamentazione adottata e cercare le forme per una più diretta responsabilizzazione degli uffici consolari, in linea per altro con una prassi adottata negli anni precedenti. Confido proprio che il buon senso riesca a prevalere e che i cittadini italiani all’estero abbiano una difficoltà in meno per lo svolgimento della loro vita quotidiana.
INCONTRO CON IL DIRETTORE SABBATUCCI: RISPOSTE POSITIVE SULL’INTEGRAZIONE DI PERSONALE AL CONSOLATO DI TORONTO E SUL SOSTEGNO AI CONSOLATI ONORARI
Ho avuto presso la Farnesina, assieme al collega Marco Fedi, un importante e proficuo incontro con il Ministro Plenipotenziario Luca Sabbatucci, Direttore generale per le risorse e l’innovazione. Al Direttore Sabbatucci, dopo un’ampia ricognizione sullo stato dei servizi consolari nel mondo e sulla situazione contrattuale e retributiva del personale a contratto, ho posto direttamente due questioni: la necessaria e urgente integrazione della dotazione di personale del Consolato di Toronto, al fine di superare il crescente disagio manifestato dai nostri connazionali di quella circoscrizione in ordine al prolungamento dei tempi e all’assolvimento di alcuni servizi, e un maggiore sostegno ai consolati onorari, soprattutto in aree come quelle statunitensi, in cui sono oberati da crescenti funzioni. Le mie sollecitazioni hanno trovato nel Direttore Sabbatucci un ascolto attento e una concreta disponibilità operativa, di cui sinceramente lo ringrazio. Il Direttore, infatti, ha assicurato che sarà assicurata la disponibilità di un’unità aggiuntiva per il Consolato di Toronto, in vista anche di una soluzione più strutturale ed organica che potrebbe maturare nel giro di alcuni mesi. Per quanto riguarda la mia richiesta di accelerare, a beneficio di altri 75 consolati onorari, l’entrata a regime del nuovo sistema di raccolta e trasmissione telematica dei dati biometrici, il Ministro Sabbatucci ha assicurato che le strutture del Ministero stanno lavorando in questa direzione dopo avere superato il delicato confronto con il Garante della privacy sui punti di maggiore sensibilità. A questo proposito desidero ricordare di essere intervenuta ancora di recente sulle situazioni dei consolati onorari di Rochester e del New Jersey, dopo avere personalmente verificato i pesi di lavoro cui i vice consoli onorari e i loro collaboratori sono soggetti.
INCONTRO CON IL DIRETTORE DE LUCA: MAGGIORE ATTENZIONE E RISORSE AGLI ENTI GESTORI DI CANADA E STATI UNITI
Proficuo incontro con il Direttore Generale della Direzione per la promozione del sistema Paese, Vincenzo De Luca, con il quale ho discusso di fondi integrativi agli enti gestori, di modifiche alla Circolare 13 relativa al funzionamento del rapporto con gli enti gestori, dei contributi complessivi al settore della promozione linguistico-culturale e del sistema Paese e della prossima legge di bilancio. Con il collega Fedi abbiamo posto l’accento sui Paesi della ripartizione America Settentrionale e Centrale e Africa, Asia, Oceania e Antartide e sulla necessità di un maggiore sforzo in direzione degli enti gestori che operano in queste realtà. Nel corso dell’incontro ho anche sottolineato le attuali difficoltà del PICAI di Montreal e gli impegni assunti dal Centro Scuola di Toronto con lo York Catholic District School Board, oltre che le esigenze specifiche di ODLI Inc. (Organizzazione per la Diffusione della Lingua Italiana), l’ente gestore più importante che opera nel Sud-est degli Stati Uniti, per i quali chiediamo un incremento dei fondi. Con il collega Fedi, infine, abbiamo ribadito che l’esperienza degli enti gestori nel mondo, e nelle nostre ripartizioni in particolare, vanno valorizzate anche per l’impegno messo in campo dai governi locali.
INCONTRI
CON IL PRESIDENTE MATTARELLA A OTTAWA, MONTREAL E TORONTO
Nel mese di giugno ho avuto l’onore di partecipare agli incontri che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la delegazione che l’ha accompagnato, della quale facevano parte il Sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova e l’Ambasciatore d’Italia a Ottawa Claudio Taffuri, hanno avuto nel corso della loro visita ufficiale in Canada. In ognuna delle sedi visitate, il saluto è stato portato dall’Ambasciatore italiano e dai Consoli delle rispettive località, Marco Riccardo Rusconi a Montreal, Giuseppe Pastorelli a Toronto e Massimiliano Iacchini a Vancouver. In particolare, ho partecipato agli incontri del Presidente a Ottawa, Montreal e Toronto. A Ottawa l’incontro del Presidente Mattarella con la collettività italiana si è svolto presso la National Art Gallery of Canada.

Nell’occasione, rivolgendosi ai nostri connazionali, il Presidente ha affermato: “Voi rappresentate una parte importante di questo grande paese che è il Canada, chi è venuto qui è stato accolto con apertura e generosità e ha contribuito molto alla crescita alla realizzazione di questo Paese. Questo vostro ruolo è apprezzato e riconosciuto. Il fatto che il Parlamento canadese qualche mese fa abbia definito il mese di giugno come quello dell’eredità italiana, del ricordo dell’Italia e della sua cultura è un grande riconoscimento e manifesta l’apprezzamento di questo paese per il contributo che i suoi cittadini di origine italiana gli conferiscono e gli apportano”. Successivamente ho preso parte al ricevimento offerto dal Governatore generale del Canada, David Johnston, presso la sua residenza ufficiale, al quale era presente anche il Premier canadese Justin Trudeau.

A Montreal l’incontro con la collettività italiana si è svolto presso la storica “Casa d’Italia” e ha visto la partecipazione di un’ampia rappresentanza della comunità. Ad essa, Il Presidente Mattarella si è rivolto dicendo: “Il Québec e l’Italia hanno una collaborazione molto intensa; Montréal è una città straordinaria, piena di significati, non soltanto per la sua bellezza e per la sua posizione strategica, per la sua vivacità culturale, economica, per il suo dinamismo, ma anche perché è stata la porta del Canada per tanti italiani”. Riferendosi, poi, all’esperienza interetnica e multiculturale del Canada, il Presidente ha aggiunto: “Questo è un grande esempio, un esempio che serve nel mondo per comprendere il valore dell’accoglienza e della capacità di integrazione, della capacità di realizzarsi insieme pur provenendo da origini differenti”.

A seguire, vi è stato il ricevimento nel suggestivo scenario dell’Amerigo Vespucci, durante il quale il sindaco di Montreal, Denis Coderre, ha proceduto alla simbolica consegna delle chiavi della città all’illustre ospite.

A Toronto c’è stata la tappa successiva della visita presidenziale. Presso il Ritz Carlton Hotel circa quattrocento esponenti della nostra comunità si sono stretti intorno al Presidente della Repubblica italiana, che ha voluto ancora una volta ricordare l’apporto dato dai nostri emigrati ai rapporti tra i due Paesi: “È una grande emozione essere qui, davanti alle bandiere di Canada e Italia e sentire i nostri inni nazionali. Voi rappresentate un patrimonio di amicizia tra due Paesi ricchi di vicinanza politica, economica e culturale, amici con una costante identità di posizioni e vedute su ogni problema importante”. Il Presidente Mattarella ha concluso la sua visita di Stato incontrando la partecipe comunità italiana di Vancouver, che ha risposto, come sempre, con generosità ed entusiasmo all’importante appello.
