repubblica dominicana santo domingo

Quali servizi il MAE assicura agli italiani della circoscrizione di Santo Domingo?

Roma, 10 gennaio 2014

Nelle decisioni “natalizie” riguardanti l’ultima tornata di chiusure di ambasciate, consolati, sportelli consolari e istituti di cultura sono state coinvolte ancora una volta decine di nostre comunità, di varia dimensione e di diverso peso geopolitico. Quelle più consistenti spesso hanno modo di farsi ascoltare e di poter pesare sulle decisioni, quelle più periferiche rischiano di rimanere ai margini.

Poiché questo non è giusto sotto un profilo di principio e di rispetto dei diritti dei cittadini, dopo avere già ricordato l’errore commesso nel decretare la chiusura dell’istituto di cultura di Vancouver e quello non meno grande che ha riguardato il consolato di Newark, desidero richiamare l’attenzione del Governo, e del Ministro degli Esteri in particolare, su un’altra decisione sbagliata relativa a un’area importante, ma tradizionalmente trascurata: la chiusura dell’Ambasciata di Santo Domingo, che è al servizio anche di diverse isole caraibiche, come Giamaica, Antigua e le Bermuda.

Lo faccio non con la solita interrogazione di cui già si conosce l’esito e che per questo spesso serve solo, come si dice, a salvarsi l’anima, ma rivolgendomi direttamente e pubblicamente al Ministro degli Esteri e ai funzionari che hanno preparato una tale decisione.

Nella Repubblica Dominicana, anche se gli iscritti all’AIRE sono circa diecimila, il numero di italiani che vi risiede è cinque volte maggiore e nell’intera Circoscrizione di Santo Domingo di connazionali ne girano per motivi turistici e altro molti di più. Il problema vero, allora, è: quale tipo di servizio e di assistenza lo stato italiano pensa di potere assicurare a chi vi risiede stabilmente e a chi frequenta quell’area per diversi motivi?
Il sistema di chiudere è troppo facile, sta diventando la chiave di un sistema di pura contabilità le cui passività sono messe tutte a carico dei cittadini.

E’ necessario, invece, partire da loro e dai loro problemi, per cui dica il Ministero degli Esteri come intende coprire quella realtà e che cosa intende fare per assicurare una presenza funzionale e dignitosa del nostro Paese. Altrimenti, trovi il modo di ritornare responsabilmente sui propri passi, in questo come in altri casi precedenti, a partire da Newark.