In questo numero: La giornata del sacrificio e del lavoro italiano nel mondo. Il punto del mese: Passi in avanti. In evidenza: 1. Le regole e il modulo per l’autocertificazione dello stato di pensionato per l’esenzione dall’IMU. 2. Soddisfazione per l’accordo quadro con il Canada sulle patenti, procedere ora agli accordi operativi. 3. Chiusura dei programmi in italiano del canale OMNI: da sostenere la mobilitazione della nostra comunità. Attività parlamentare: 1. La Farnesina come intende eseguire la sentenza del TAR sull’annullamento del decreto di chiusura dell’ambasciata di Santo Domingo? 2. Il ministero risponde alla mia interrogazione sui disagi dei nostri connazionali a Santo Domingo dopo la chiusura dell’ambasciata. 3. Promettente risposta del governo alla mia interrogazione sui corsi di italiano a Montreal. 4. Ratifiche dei trattati con il Messico. Incontri: 1. XIII congresso dell’USEF su associazionismo, rappresentanza e nuove migrazioni. 2. Utile giro d’orizzonte con l’ambasciatore McGovern sui problemi della comunità italo-canadese. 3. Visita alla nave scuola della marina messicana. 4. L’incontro con la city di Toronto in occasione di Expo 2015. 5. Importante missione presso la comunità italiana in Messico.
LA GIORNATA DEL SACRIFICIO E DEL LAVORO ITALIANO NEL MONDO
L’8 agosto, giorno in cui perirono a Marcinelle 262 minatori, di cui 136 italiani, ricorre la giornata del Sacrificio e del Lavoro italiano nel mondo. Una data scelta per ricordare i tanti nostri connazionali che hanno perduto la vita nelle realtà nelle quali si erano recati per lavorare e per migliorare la loro condizione e, più in generale, per richiamare all’attenzione di tutti i costi umani che ad ogni migrazione sono connessi. Quest’anno la ricorrenza è associata ad un altro terribile evento, quello di Mattmark, dove il 31 agosto di cinquant’anni fa scomparvero sotto una montagna di ghiaccio e di fango 88 lavoratori e tecnici, di cui 56 italiani.
Eventi che richiamano simbolicamente le tante tragedie di lavoro che si sono susseguite in un secolo e mezzo di emigrazione e che hanno mietuto centinaia di migliaia di vittime e provocato milioni di inabili. Ricordiamo questi dolorosi aspetti degli espatri degli italiani mentre si susseguono senza pausa le tragedie degli attraversamenti di mare e dei passaggi di frontiera di altre centinaia di migliaia di migranti in fuga dalla guerra e dalla fame, anche in questo caso semplici avanguardie dei milioni di migranti che, a ritmi crescenti, si muovono ogni anno tra le diverse aree del mondo. Ci vuole una scorza umana e morale che noi francamente non possediamo, né vogliamo avere, per ricordare e piangere i nostri migranti e lasciare invece al loro destino o addirittura contrastare altri migranti che non parlano la nostra stessa lingua o non hanno lo stesso colore della nostra pelle. Ci ostiniamo a rifiutare l’idea che le migrazioni possano essere concepite e accettate solo se giustificate dalle regole del mercato del lavoro internazionale, ignorando o mettendo in secondo piano i diritti umani della salvaguardia della propria esistenza, dell’accoglienza e della solidarietà, della ricerca di miglioramento per sé e i propri figli, di un lavoro sicuro e regolamentato, dell’elevamento culturale, del rispetto umano, della dignità sociale. Aspirazioni che gli emigrati italiani hanno nutrito e testimoniato nel corso della loro lunga vicenda umana e sociale, sulle quali hanno costruito il loro spazio e il loro futuro in società diverse, migliorando loro stessi e contribuendo a sviluppare le realtà nelle quali si sono insediati e integrati. Il ricordo e le affermazioni di principio, pur importanti, tuttavia non bastano. Verso i migranti, è il tempo delle responsabilità. E degli impegni politici e istituzionali, oltre che morali e sociali. Per questo, nella nostra collocazione istituzionale e nelle forme che le regole parlamentari consentono, continueremo a lavorare perché i migranti, tutti i migranti, ricevano attenzione e solidarietà. Le indicazioni e le priorità che assumiamo dalla giornata del Sacrificio del lavoro italiano nel mondo sono: la sicurezza nei luoghi di lavoro, l’impegno per l’occupazione, la vicinanza e il sostegno dei nuovi migranti italiani che continuano a partire da ogni regione, la tutela della vita e la civile accoglienza per chi approda nel nostro Paese, un’Europa aperta e solidale non solo per chi vi risiede ma anche per chi vi cerca promozione umana e integrazione culturale e sociale. È questo anche il modo migliore per convertire i migranti da vittime della violenza, del bisogno e dell’intolleranza in portatori di pace, di benessere e di incontro tra le culture e le civiltà del mondo.
I deputati del PD: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi
IL PUNTO DEL MESE: PASSI IN AVANTI
Spesso chi siede in Parlamento e cerca di far valere gli interessi degli italiani all’estero ha l’impressione di scalare le montagne. Non tanto per il disinteresse dei gruppi e dei colleghi parlamentari e di governo verso l’Altra Italia, come pure si dice, quanto per lo stato di ininterrotta emergenza che induce a concentrare le attenzioni sul qui e sull’oggi, anziché alzare lo sguardo verso prospettive più ampie e profonde. C’è poi la crisi finanziaria che da otto anni sta costringendo a severe politiche di risanamento e che rende tutto più difficile quando si tratta di assumere decisioni che comportino degli investimenti. Per questo i risultati che si ottengono, benché parziali, devono essere considerati nel loro giusto valore perché sono passi compiuti su un terreno accidentato e difficile. Vi chiedo, dunque, di essere indulgenti se mi permetto di esprimere la mia soddisfazione per due questioni di diretto interesse degli italiani all’estero, di cui questa Newsletter dà conto: l’accordo quadro con il Governo federale canadese sul reciproco riconoscimento delle pensioni e la possibilità per i pensionati residenti all’estero di essere esentati dal pagamento delle tasse sulla casa, l’IMU e, in parte, la TARI e la TASI. Sul riconoscimento delle patenti tra Italia e Canada, come risulta dalla documentazione che segue, mi sono molto spesa. Sono. dunque, veramente soddisfatta che si sia fatto un bel passo avanti arrivando a breve alla stipula di un accordo generale con il Governo federale. Esso, sia chiaro, non sarà operativo finché non saranno definiti gli accordi tra le Province e il Governo italiano, perché queste ultime sono titolari delle competenze in materia. Ma non sarebbe stato possibile fare il secondo passo senza aver fatto il primo. Bene così, dunque. Anche per l’esenzione dei pensionati dall’IMU, per cui qui forniamo il modulo operativo, si tratta di un primo passo importante. Com’è noto, essa riguarda i titolari di pensione estera e i titolari di pensione in convenzione internazionale, non quelli che godono di una pensione solo italiana. La materia, tuttavia, è in profonda evoluzione, in vista della Local tax annunciata dal governo entro l’anno. Il fatto che in questo confronto si sia piantato un buon precedente, sul quale poggiare le nostre ragioni, è certamente un elemento positivo, che ci potrà aiutare a spostare in avanti gli equilibri.
Francesca La Marca
♦ IN EVIDENZA ♦
LE REGOLE E IL MODULO PER L’AUTOCERTIFICAZIONE DELLO STATO DI PENSIONATO PER L’ESENZIONE DALL’IMU.
Nei giorni scorsi abbiamo dato la notizia che l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), con una sua nota indirizzata a tutti i comuni d’Italia, aveva dato disposizioni affinché ai fini della dimostrazione dello stato di pensionato e della relativa documentazione da esibire presso gli uffici preposti delle amministrazioni comunali per ottenere l’esenzione dal pagamento dell’IMU, ai residenti all’estero fosse concessa la possibilità di attestare tale stato di pensionamento avvalendosi di una dichiarazione sostitutiva di certificazione. Giova precisare per una corretta informazione che è l’articolo 46 del Testo unico sulla documentazione amministrativa (D.P.R. 445/2000) che disciplina l’utilizzo delle dichiarazioni sostitutive di certificazioni. L’articolo stabilisce che sono comprovati con dichiarazioni sottoscritte (firmate) dall’interessato e prodotte in sostituzione delle normali certificazioni tutta una serie di stati, qualità personali e fatti, tra i quali la qualità di pensionato e la categoria di pensione. L’articolo 48 dello stesso testo Unico stabilisce che le singole amministrazioni (nel caso dell’esenzione dall’IMU sono i comuni) predispongono i moduli necessari per la redazione delle dichiarazioni sostitutive che gli interessati hanno la facoltà di utilizzare. In tali moduli le amministrazioni inseriscono il richiamo alle sanzioni penali previste dalla legge per le ipotesi di falsità in atti e dichiarazioni mendaci, ed altre informative. Le autocertificazioni sono validamente presentate alla pubblica amministrazione quando: sono firmate davanti al dipendente addetto, o sono firmate e inviate per fax o per posta con la fotocopia del documento d’identità della persona che l’ha firmata, o sono firmate, scannerizzate e inviate per posta elettronica con la copia del documento di identità della persona che l’ha firmata, o sono sottoscritte con firma digitale e inviate via Pec o posta elettronica ordinaria, o inviate per via telematica quando la persona che l’ha firmata è identificata con la carta di identità elettronica e la carta dei servizi. Per agevolare i nostri connazionali nel reperimento del modulo da utilizzare, alleghiamo qui di seguito un modulo standard ricordando che le dichiarazioni sostitutive sono esenti da autentica della firma ai sensi dell’art. 46 del DPR n. 445/2000; sono esenti da imposte di bollo ai sensi dell’art. 37, commi 1 e 2, del DPR n. 445/2000; la mancata accettazione da parte di un Funzionario Pubblico delle dichiarazioni sostitutive costituisce “Violazione dei doveri di ufficio” ai sensi dell’art. 74 del DPR n.445/2000; le amministrazioni comunali sono tenute ad effettuare idonei controlli, anche a campione, e in tutti i casi in cui insorgano fondati dubbi sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive stesse (il dichiarante, oltre ad essere soggetto alle sanzioni penali previste, decade dai benefici eventualmente conseguenti al provvedimento emanato sulla base della dichiarazione non veritiera, art. 75 del DPR n. 445/2000).
Nella dichiarazione sostitutiva, il cui modulo alleghiamo qui di seguito, oltre a tutti i dati richiesti, va indicato con chiarezza il proprio stato di pensionato (es. “Si dichiara di essere titolare dall’anno …… di pensione n°…… erogata dall’Ente previdenziale ………….”) .
Ricordiamo che l’IFEL (Fondazione ANCI) con una nota del 15 luglio 2015 ha dato disposizioni a tutti i comuni italiani di accettare l’autocertificazione in materia di esenzione IMU stabilita dalla Risoluzione n. 6 del MEF del 26 giugno 2015.
Per ogni ulteriore informazione, si consiglia di consultare il sito web del proprio Comune.
Il facsimile del modello di Dichiarazione sostitutiva dell’Atto di notorietà
SODDISFAZIONE PER L’ACCORDO QUADRO CON IL CANADA SULLE PATENTI, PROCEDERE ORA AGLI ACCORDI OPERATIVI.
Il Ministro Fantino e il Ministro Oliver del Governo federale canadese hanno annunciato, per quanto di loro competenza, il raggiungimento di un accordo quadro con l’Italia per il reciproco riconoscimento delle patenti di guida tra i due Paesi. La notizia era nell’aria, come ho comunicato qualche giorno fa a seguito del colloquio con l’ambasciatore canadese a Roma, ed è il risultato di una lunga serie di contatti e sollecitazioni fatti sia nei confronti delle autorità federali e provinciali del Canada da parte dei nostri rappresentanti diplomatici che nei confronti del Governo italiano da parte mia con diversi e insistenti interventi. Ricordo, infatti, che la mia prima interrogazione al Governo su questa questione risale a luglio del 2013, seguita da altre due il 9 marzo 2015 e il 16 marzo dello stesso anno; in più, ho avuto incontri diretti con i funzionari del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti che nell’occasione hanno ribadito il loro convinto impegno. Esprimo, dunque, grande soddisfazione per questo primo risultato che spiana la strada agli accordi più strettamente operativi con i governi delle singole Province canadesi, titolari delle competenze in materia in base all’ordinamento locale. È evidente il vantaggio che, una volta definiti e ratificati gli accordi, ne deriverà per il turismo, gli scambi culturali, le attività commerciali e, in generale, per la mobilità dei cittadini di entrambi i Paesi. Una buona notizia, in particolare per la nostra comunità in Canada, non solo per gli effetti pratici ma per il riconoscimento dell’importanza dei rapporti tra il Paese di residenza e quello di origine. Per quanto mi riguarda, continuerò a sviluppare il mio costante impegno su questo tema da me sollevato nel Parlamento italiano finché non si arriverà alla ratifica dei documenti attuativi dell’accordo di principio finalmente raggiunto.
CANADA. CHIUSURA DEI PROGRAMMI IN ITALIANO DEL CANALE OMNI: DA SOSTENERE LA MOBILITAZIONE DELLA NOSTRA COMUNITÀ.
“Considero opportuna e dovuta la convocazione della Rogers Media da parte della Commissione canadese che regola il mercato della radio, della televisione e delle comunicazioni (Crtc) per avere spiegazioni sull’interruzione dei notiziari in lingue diverse da quelle nazionali sul canale televisivo Omni. Ad iniziare dai programmi in italiano. L’eliminazione delle trasmissioni rivolte alle maggiori comunità in Canada rappresenta un danno evidente non solo per la tutela dell’identità culturale di milioni di persone che pur provenendo da realtà e tradizioni diverse hanno dato un contributo importante alla modernizzazione e allo sviluppo del Paese, ma per lo stesso profilo interculturale del Canada. Io stessa, appena ho avuto la notizia del fatto, ho immediatamente presentato un’interrogazione al Governo italiano perché, nelle forme dovute e nel rispetto dell’autonomia degli organi decisionali di un altro Paese, intervenisse presso le autorità canadesi per rappresentare il danno che si riverserebbe sulla nostra comunità se la decisione di chiudere le trasmissioni diventasse definitiva. Bene hanno fatto, dunque, coloro che rappresentano la comunità e alcuni sindacati a promuoverne la mobilitazione, che è da considerare opportuna e positiva perché è un dovere di tutti difendere un servizio che si lega alle nostre radici culturali più profonde. Aggiungo la mia voce e il mio appello perché gli organismi che devono decidere sulle sorti delle trasmissioni in lingue diverse tengano conto di questo disagio e di questo allarme. Intanto, per quanto mi riguarda continuerò a sollecitare il governo italiano e le nostre autorità diplomatico-consolari perché facciano ogni sforzo per interloquire positivamente con le autorità canadesi. Il mio augurio, naturalmente, è che il concorso di più forze e di più energie possa indurre il Crtc a chiedere alla Rogers Media di tornare sui suoi passi e di continuare ad osservare il mandato per il quale ha ottenuto le licenze di trasmissione”.
♦ ATTIVITÀ PARLAMENTARE ♦
LA FARNESINA COME INTENDE ESEGUIRE LA SENTENZA DEL TAR SULL’ANNULLAMENTO DEL DECRETO DI CHIUSURA DELL’AMBASCIATA DI SANTO DOMINGO?
“A seguito dell’annullamento del DPR 28 giugno 2014 deciso dal TAR del Lazio, con il quale era stata disposta la soppressione dell’Ambasciata d’Italia in Santo Domingo, ho rivolto un’interrogazione al Ministro degli Esteri per sapere quali urgenti provvedimenti intenda assumere per dare esecuzione al provvedimento e, soprattutto, per evitare che per gli utenti si prolunghino e si aggravino i disagi che sono stati costretti ad affrontare a seguito della chiusura della nostra rappresentanza. Già all’indomani del provvedimento avevo espresso pubblicamente le mie forti perplessità sulle conseguenze che si sarebbero riversate sulla comunità; diversi mesi fa, inoltre, ho rivolto al Governo un’interrogazione nella quale chiedevo conto delle misure di riorganizzazione dei servizi per i connazionali. Costringere gli utenti a servirsi di uffici distanti 1500 chilometri e due ore e mezzo di aereo e caricare sulle loro spalle pesanti spese di viaggio e di permanenza significa ignorare la situazione reale in cui versano diverse nostre comunità o, peggio ancora, non avere un adeguato spirito di servizio nei loro confronti. Ora nessuno ha più alibi. La Farnesina dica prima possibile quali sono le sue intenzioni rispetto al pronunciamento del TAR e soprattutto siano rimessi al centro della discussione i problemi dei nostri cittadini residenti nella Repubblica Dominicana, seriamente provati da queste vicissitudini”.
IL MINISTERO RISPONDE AD UNA MIA INTERROGAZIONE SUI DISAGI DEI NOSTRI CONNAZIONALI A SANTO DOMINGO DOPO LA CHIUSURA DELL’AMBASCIATA.
“La conferma che la chiusura dell’Ambasciata italiana a Santo Domingo sia frutto di una decisione poco ragionata e improvvida viene dalle costanti rimostranze dei nostri concittadini là residenti, alle prese con i pesanti disagi dei trasferimenti addirittura in un altro Stato, quello di Panama, per il disbrigo delle pratiche correnti, e dalla stessa risposta che il Ministero degli esteri ha dato ad una mia interrogazione in merito, risalente agli inizi di maggio di quest’anno. Nell’interrogazione ponevo quesiti diretti e specifici, riguardanti la struttura che doveva sostituire gli uffici chiusi, le operazioni per il rilascio dei passaporti e per la ricostruzione della cittadinanza, il disbrigo delle pratiche di stato civile e di quelle relative al riconoscimento dei titoli di studio, i visti, particolarmente richiesti per la presenza di un certo numero di famiglie miste, e quant’altro sia di immediato interesse per gli utenti. La risposta del MAECI è piena di buone intenzioni, ma, purtroppo, tale da legittimare la constatazione che a oltre sei mesi di distanza le soluzioni alternative siano ancora largamente da costruire. Il Ministero, da un lato, infatti, dà assicurazioni che per i rapporti con le autorità locali è stato distaccato da Panama un incaricato d’affari presso la Delegazione dell’Unione europea. In più, per la rilevazione dei dati biometrici necessari per i passaporti, un funzionario itinerante è incaricato di recarsi a Santo Domingo per alcune ore dietro fissazione di un appuntamento con gli utenti che ne facciano richiesta. Dall’altro, tutte le necessità legate allo svolgimento dei servizi di stato civile dovrebbero essere affrontate dalla rete dei consoli onorari, a partire da quello di Santo Domingo, ma il consenso del governo locale, necessario in base alla Convenzione di Vienna, non ancora arriva, con la conseguenza che i cittadini devono sopportarne il maggior carico. Per le pratiche relative alla cittadinanza, ci si deve recare personalmente all’Ambasciata di Panama, previo visto d’ingresso, affrontando così le spese di viaggio e permanenza e i disagi di un trasferimento in un altro paese. La stessa concessione dei visti, che il MAECI intende appaltare in outsourcing a terzi, è ancora impigliata nelle procedure, con la conseguenza che anche per questo ci si deve spostare a Panama. Quando esprimiamo la nostra contrarietà a interventi chirurgici sulla rete diplomatico-consolare, di solito ci viene risposto che i servizi tradizionali che si tolgono saranno surrogati da soluzioni alternative e dalle nuove tecnologie. Il caso di Santo Domingo è una base concreta di riflessione per verificare quanto certe volte sia ampia la distanza tra il dire e il fare e come un sano realismo dovrebbe indurre ad essere prudenti e a cercare anche altrove le risorse che si pensa di risparmiare con le chiusure. Per quanto riguarda la situazione dei nostri connazionali a Santo Domingo e tutti gli altri che in qualche modo hanno bisogno di entrare in contatto con i nostri terminali consolari, nelle condizioni presenti c’è solo da riflettere sulla possibilità di valutare meglio in tempi ragionevoli la scelta compiuta e di fare presto, ma proprio presto, nell’attivare le soluzioni alternative promesse e non ancora realizzate”.
L’INTERROGAZIONE E LA RISPOSTA DEL GOVERNO >>
PROMETTENTE RISPOSTA DEL GOVERNO ALLA MIA INTERROGAZIONE SUI CORSI DI ITALIANO A MONTREAL.
Di recente il Governo ha risposto alla mia interrogazione sulla situazione che si è venuta a determinare a Montreal nel campo dell’insegnamento dell’italiano in seguito della sospensione dei finanziamenti ministeriali nei riguardi del PICAI (Patronato Italo Canadese Assistenza Immigrati). Il PICAI, come a molti è noto, è un ente che da oltre quarant’anni insegna l’italiano a diverse generazioni di discendenti di nostri emigrati a Montreal e il suo venir meno nel panorama formativo del Quebec dovrebbe preoccupare tutte le persone che guardano in modo disinteressato agli interessi della nostra comunità. Desidero ricordare che il contributo dato ininterrottamente dal Ministero degli esteri al PICAI è stato sospeso nel 2014 per rilievi di ordine amministrativo che le autorità consolari hanno avanzato ai rappresentanti dell’ente. Nonostante ciò, il PICAI nel 2014 ha continuato le attività con fondi propri, che tuttavia non sono tali da far pensare ad un prolungamento dei corsi in caso di persistente interruzione del sostegno ministeriale. La mia interrogazione, dunque, è nata dall’intenzione di sollecitare tutte le parti in causa affinché, nel pieno rispetto della legge, ognuno faccia uno sforzo positivo volto a superare l’impasse e a tutelare i livelli di offerta linguistica conseguiti in tanti anni di impegno. In coerenza con l’operato dei nostri rappresentanti diplomatici e consolari in Canada, che da qualche tempo sono impegnati seriamente a sviluppare la promozione della nostra lingua e della nostra cultura. La risposta che il Ministero ha dato all’interrogazione può essere considerata positiva, in quanto afferma che “dall’Amministrazione si auspica il pronto ritorno ad una efficace collaborazione sul piano linguistico e culturale con l’ente PICAI”, aggiungendo che “la Sede opererà un ulteriore tentativo per favorire la ripresa del dialogo e superare in modo fattivo le criticità emerse”. Per arrivare al risultato da tutti desiderato, sono necessarie buona volontà e disponibilità da parte di tutti. Il mio augurio è che questo avvenga, nell’interesse della nostra comunità a Montreal e delle nuove generazioni, che non devono perdere il filo della loro identità culturale.
L’INTERROGAZIONE E LA RISPOSTA DEL GOVERNO
INTERVENTO IN AULA A NOME DEL GRUPPO DEL PARTITO DEMOCRATICO PER LA RATIFICA DEI TRATTATI CON IL MESSICO IN MATERIA DI ASSISTENZA GIUDIZIARIA PENALE E DI ESTRADIZIONE.
L’On. Francesca La Marca è intervenuta nell’aula della Camera per fare una duplice dichiarazione di voto a nome del Gruppo del Partito Democratico sulla ratifica dei trattati con il Messico in materia di assistenza giudiziaria penale e di estradizione. Il filo che ha legato i due interventi è stato il riconoscimento del crescente interesse che l’Italia sta dimostrando per un partner come il Messico, dove non solo opera un’attiva e dinamica comunità di italo-messicani, visitata dalla stessa parlamentare nelle scorse settimane, ma si registrano tassi di crescita che hanno reso l’economia messicana una delle più competitive tra quelli emergenti a livello globale. Non è un caso che negli ultimi anni si siano intensificati gli scambi di visite a livello di Governo (Letta in Messico e Peña Nieto in Italia) e i contatti tra le rispettive diplomazie. L’On. La Marca ha tuttavia osservato che sulla spinta di queste dinamiche positive si sono sviluppati anche fenomeni di criminalità, soprattutto nel campo del trasferimento e dello spaccio di droga. E’ giusto, dunque, dotarsi di strumenti di contrasto e di repressione più incisivi proprio per salvaguardare i processi di sviluppo dei rapporti reciproci da remore e fenomeni degenerativi. Le ratifiche proposte rispondono a questa logica, di qui il voto favorevole dei parlamentari del PD.Per quanto riguarda i provvedimenti specifici, sui quali la parlamentare è intervenuta a nome del Gruppo del PD, quello sull’estradizione è stato presentato come un atto di necessaria e indifferibile aggiornamento della normativa, dal momento che il precedente trattato risaliva addirittura al 1899. Riprendendo le affermazioni del relatore, On. Fabio Porta, La Marca ha chiarito che il Trattato ha come suo fulcro l’obbligo di estradizione di persone che abbiano commesso un reato per il quale occorra completare il procedimento giudiziario o eseguire una pena di privazione della libertà, purché la durata non sia inferiore ad un anno. Più complesse si presentano le problematiche legate alla ratifica dell’altro trattato riguardante l’assistenza giudiziaria penale tra i due Paesi. Il Trattato fondamentalmente dà un importante contributo all’affermazione della certezza del diritto e dell’applicazione della pena nei rispettivi ambiti di competenza. Le parti, infatti, si impegnano a prestarsi assistenza al fine di accertare e perseguire i reati nel rispetto delle rispettive legislazioni nazionali. Esse s’impegnano, altresì, a consegnarsi persone ricercate per consentire il compimento di un procedimento penale ed eseguire una condanna definitiva. Rispetto a quest’ultimo provvedimento, nel corso dell’iter di approvazione, sono state sollevate preoccupazioni relativamente al rispetto dei diritti umani nella realtà messicana. “Su questo piano – ha osservato l’On. La Marca – il Trattato fa significative affermazioni, escludendo l’assistenza giudiziaria se il reato per il quale si richiede collaborazione possa configurarsi come reato politico o connesso a reato politico. L’assistenza è esclusa anche se vi sia un fumus persecutionis con motivazioni di razza, sesso, religione, condizione sociale, nazionalità e opinioni politiche”. “In ogni caso – ha concluso l’On. La Marca – è bene continuare ad approfondire le questioni legate al rispetto dei diritti umani, senza tuttavia fermare l’iter di un provvedimento come questo, che aiuta certamente a migliora gli standard di esercizio della giustizia e a dare risposte alla diffusa domanda di sicurezza dei cittadini”. Dopo l’approvazione della Camera in seconda lettura, le ratifiche concludono il loro cammino e sono ormai legge.
RATIFICA AC 2754
RATIFICA AC 2755
♦ INCONTRI ♦
PALERMO: XIII CONGRESSO DELL’USEF SU ASSOCIAZIONISMO, RAPPRESENTANZA E NUOVE MIGRAZIONI
Lo scorso 5 agosto ho partecipato a Palermo al XIII Congresso dell’USEF, che si è presso il Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Al congresso, che ha visto la partecipazione di molti delegati di associazioni di diverse aree continentali aderenti all’USEF, sono intervenuta per portare il mio contributo e il mio saluto. Sono intervenuti anche il presidente del Comitato per gli italiani nel mondo della Camera, on. Fabio Porta, anche lui di origine siciliana e il Presidente dell’Unione Siciliana Emigrati e Famiglie, sen. Angelo Lauricella.
Ha fatto gli onori di casa e la relazione introduttiva il segretario generale dell’USEF, Salvatore Augello, che ha inquadrato nelle mutate politiche nazionali e regionali per l’emigrazione il ruolo dell’USEF, le sue prospettive d’azione a favore della grande comunità siciliana presente nel mondo e dei nuovi migranti, senza tacere delle attuali problematicità legate al forte ridimensionamento del sostegno regionale alle associazioni siciliane, comprese quelle più consistenti e radicate, come l’Unione.
Nel mio intervento, portando il saluto ai presenti, ho espresso ai convenuti e ai dirigenti un sentimento di gratitudine per il fatto che, nonostante le tante e crescenti difficoltà, essi impegnano con spirito di volontariato e con generosità le proprie energie per tenere vivi i rapporti di solidarietà tra gli emigrati e il legame con le proprie radici siciliane e italiane. Sono tornata, poi, su alcuni ricordi personali e familiari per sottolineare come proprio le associazioni all’estero, in particolare quelle aderenti all’USEF, hanno consentito ai giovani di seconda e terza generazione di superare il ristretto ambito parentale e di immergersi in un patrimonio comune di cultura, tradizioni, legami umani, capace di preservare la loro identità in una società diversa da quella delle origini e di confrontarla con altre culture ed identità: “Queste sono state le associazioni per noi”. Nel mio intervento, non ho trascurato di fare alcune considerazioni sulle difficoltà del presente. I passaggi generazionali hanno eroso le tradizionali basi associative, sicché oggi è un dovere per tutti voltare pagina. C’è un problema evidente di coinvolgimento delle nuove generazioni e di persistenza nel tempo dei legami culturali con le realtà d’origine. Ma, a monte, credo sia indispensabile arrivare ad un chiarimento di fondo sul ruolo che le associazioni possono avere oggi, sia rispetto agli sviluppi dell’emigrazione del passato, sia rispetto alle nuove forme di emigrazione e sia, infine, all’arrivo dei migranti in Italia. I sintomi che abbiamo avuto di recente, ad esempio in occasione del rinnovo dei Comites, devono farci riflettere perché indicano un distacco preoccupante che non è dovuto soltanto alle difficoltà di doversi prenotare preventivamente per votare. A questo proposito, per superare il distacco che si è palesato è necessario operare per dare agli italiani all’estero la garanzia che gli strumenti di partecipazione, associazioni e Comites, siano efficaci ed utili. L’ultima parte del mio intervento l’ho dedicato al difficile rapporto con le Regioni, e con quella siciliana in particolare. Le restrizioni finanziarie sono certo una necessità, ma guardare alle associazioni in termini di puro assistenzialismo credo sia un errore, soprattutto per gli interessi delle Regioni. Proprio la crisi di questi anni ci ha insegnato che riuscire a proiettare sul piano internazionale le prospettive di ripresa rappresenta per aziende ed enti locali una necessità. La rete associativa è stata e resta una forza reale, sicché ad essa si può ricorrere, oltre che per conservare i legami culturali, per dare sostanza e gambe ai programmi di internazionalizzazione. Ho concluso ricordando che, proprio grazie ad un mio emendamento, nel progetto “Destinazione Italia” compare un passaggio che impegna il governo a coinvolgere le associazioni e le rappresentanze in tutti i progetti di internazionalizzazione che ricadono nelle aree di immigrazione. Occorre farsi sentire perché questo principio non resti scritto solo sulla carta ma sia applicato veramente. Un’ultima considerazione ha riguardato le nuove emigrazioni. Spesso associazioni e nuovi migranti parlano lingue diverse, poco comunicanti. Occorre fare un grande sforzo per indurre le associazioni ad adeguarsi a questa nuova realtà ma anche per convincere i nuovi migranti che quando superano le frontiere non si dirigono in un deserto, ma in realtà dove la presenza italiana esiste ed è ancora viva, solidale ed accogliente.
UTILE GIRO D’ORIZZONTE CON L’AMBASCIATORE MCGOVERN SUI PROBLEMI DELLA COMUNITÀ ITALO-CANADESE
Gli eletti all’estero – si dice spesso – possono essere un canale di relazioni tra l’Italia e i Paesi di riferimento, soprattutto a beneficio delle rispettive comunità, quella nazionale e quella d’origine. Da tempo cerco di conformarmi a questa regola, richiamando con specifici atti parlamentari il Governo italiano ad una maggiore attenzione sulle problematiche delle comunità che conosco e che visito e, nello stesso tempo, verificando anche presso le autorità di quei Paesi le concrete disponibilità di intervento. Grazie alla cortesia e all’apertura dell’Ambasciatore canadese in Italia, Peter McGovern, mi è stato possibile verificare lo stato di avanzamento di alcune questioni di più diretto impatto per la nostra comunità. Nel contatto avuto qualche giorno fa, infatti, abbiamo potuto compiere un giro di orizzonte su una serie di questioni, di cui mi sembra doveroso dare notizia.
Sul problema del reciproco riconoscimento delle patenti di guida, dopo il via libera dato dal Quebec alla definizione di un accordo-quadro a livello federale, che naturalmente non intacca le prerogative di ogni singola Provincia in materia, si dovrebbe essere in uno stadio molto avanzato delle procedure e, quindi,in dirittura finale, almeno per quanto riguarda il documento generale. La stessa cosa si può dire per l’accordo bilaterale di sicurezza sociale, che è nella fase di compimento degli atti finali, necessari per renderlo operativo nel giro di qualche mese. L’Ambasciatore McGovern, sulla sentitissima questione dell’interruzione dei programmi in italiano da parte della Rogers Media ha escluso che, per rispetto dell’autonomia dell’ente, le autorità canadesi possano intervenire direttamente sull’agenzia che concede le licenze di trasmissione, ma ha preso atto, comunque, del forte disagio che sta vivendo la nostra comunità e del desiderio di non vedersi privata di un servizio informativo e culturale essenziale. Circa i visti vacanze-lavoro per i giovani dei due Paesi, sembra scongiurato il rischio di una sua completa abolizione, ma occorrerà cercare in futuro, attraverso il dialogo, le forme specifiche per cercare di offrire tale opportunità a un numero più esteso di persone. Vorrei pubblicamente ringraziare l’Ambasciatore McGovern per la sua disponibilità e per il suo impegno, frutto di uno spirito di servizio nei confronti di una vasta comunità, di cittadinanza e d’origine, che oggi è una parte viva e integrata della società canadese.
CIVITAVECCHIA: VISITA ALLA NAVE SCUOLA DELLA MARINA MESSICANA
Con l’Ambasciatore del Messico in Italia, Miguel Ruiz Cabañas, a bordo del veliero “Cuauhtémoc”
Il 23 luglio scorso ho avuto l’onore di visitare la Nave Scuola della Marina Messicana, il veliero “Cuauhtémoc”, in sosta presso il porto di Civitavecchia nell’ambito della crociera d’istruzione “Levante Mediterraneo 2015”. La visita per gli ospiti italiani è stata organizzata dall’Ambasciatore del Messico in Italia S. E. Miguel Ruiz Cabañas in collaborazione con il Comandante, Capitano di Vascello C.G. DEM EATN Pedro Mata Cervantes.
INCONTRI CON LA MINISTRA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI E DEL VICE MINISTRO DEL QUEBEC
La visita a Roma della Ministra delle relazioni internazionali del Québec Christine St-Pierre e del Vice Ministro aggiunto Michel Laffeur, per i cinquant’anni della presenza della Delegazione del Québec in Italia, ha rappresentato un’occasione di lavoro e di contatti con i rappresentanti dell’importante provincia canadese e con diversi altri interlocutori.
Nella giornata del 25 giugno, mi sono intrattenuta a colazione con gli ospiti canadesi, in presenza della Dott.ssa Danielle Renosto che da molti anni dirige con grande esperienza la Delegazione del Québec a Roma. Nel corso dell’incontro si è discusso della missione del Ministro a Parigi, Barcellona e Roma e, in particolare delle forme più adatte per rafforzare i rapporti tra il Québec, dove vive un’importante e operosa comunità di origine italiana, e l’Italia. Ho informato il Ministro e il Vice Ministro, in particolare, del mio impegno per la diffusione della lingua italiana in Canada e per la definizione di un accordo per la conversione delle patenti di guida tra i due Paesi. Nello stesso tempo ho cortesemente sollecitato il Governo del Québec, tramite la Ministra, a rendere pubblica la lista delle professioni tecniche richieste nella sua Provincia, allo scopo di favorire l’ingresso in Québec di giovani italiani con competenze di francese e in possesso di quei titoli. Dopo il pranzo di lavoro, presso una sala della Camera dei Deputati, ho partecipato all’incontro tra la delegazione canadese, l’On. Stefano Dambruoso, Questore della Camera, e altri deputati. Si è discusso dei 50 anni della presenza del Québec in Italia, dei prevedibili effetti del CETA e di come consolidare i rapporti bilaterali tra Italia e Québec. In quest’occasione ono tornata sulla cruciale questione dell’insegnamento della lingua italiana esortando gli interlocutori a tener conto negli stanziamenti per il programma di sostegno delle lingue straniere della domanda di italiano, sempre viva nel Québec. Dopo l’incontro, ho accompagnato la delegazione nella prevista visita guidata del Parlamento. La lunga giornata di lavoro si è chiusa in serata, alla presenza di numerosi ambasciatori di diversi Paesi e personalità, con un ricevimento presso il Circolo Ufficiali delle Forze Armate d’Italia per festeggiare la “St. Jean Baptiste”, festa nazionale del Quebec, caduta il giorno prima.
MILANO: L’INCONTRO CON LA CITY DI TORONTO IN OCCASIONE DI EXPO 2015
Il 24 giugno ho preso parte all’incontro con la City di Toronto, organizzato dalla Camera di Commercio italiana dell’Ontario, in collaborazione con lo Studio LCA e Air Canada, nel quadro delle iniziative legate all’Expo 2015, per promuovere le opportunità economiche e commerciali della metropoli nordamericana e favorire lo sviluppo delle relazioni d’affari tra i due Paesi.
L’appuntamento si è sviluppato in due momenti. Inizialmente, ho partecipato ad una riunione ristretta presso la studio legale LCA con George Spezza, Direttore dell’Economic Development and Culture, Business Growth Services della Città di Toronto, Michael Thompson, Chair dell’ Economic Development and Culture Committee, Giorgio Visintin, Presidente della Camera di Commercio Italiana dell’Ontario ICCO, e l’ex calciatore Roberto Bettega, figura immagine dell’evento. Si è discusso di come attrarre investimenti europei verso la città di Toronto e degli incentivi che la stessa città offre per avviare rapporti commerciali con imprenditori di altri paesi. In particolare, si sono approfonditi gli aspetti relativi ai vari modi si realizzare delle partnership tra aziende italiane e canadesi. In un secondo momento, vi è stato un incontro allargato ad una quarantina di rappresentanti di aziende italiane interessate al mercato di Toronto e dell’Ontario. Erano in sala anche i componenti di una delegazione di aziende dell’Ontario e del Manitoba, in visita a Milano. In apertura dell’incontro, ho portato un saluto di benvenuto a entrambe le componenti di uomini d’affari, italiana e canadese, nella sua qualità, oltre che di parlamentare eletta nella ripartizione nordamericana, di doppia cittadina e, quindi, di ponte tra i due mondi. La presenza di una larga comunità di origine italiana in Ontario rappresenta un oggettivo e concreto riferimento delle potenzialità esistenti tra l’Italia e l’Ontario. Mi sono dichiarata molto interessata a conoscere le opportunità di business tra le due città, che nel passato sono state proficuamente gemellate, anche al fine di tenerne conto nel suo lavoro istituzionale e politico. L’Assessore allo sviluppo economico della città di Toronto, Michael Thompson, ha presentato le opportunità e la gamma degli incentivi offerti dalla città. Sono seguiti un intervento di Andrea Merluzzi (Air Canada) e un partecipato question time, nel corso del quale molti presenti hanno chiesto chiarimenti e notizie sugli aspetti trattati in precedenza.
IMPORTANTE MISSIONE PRESSO LA COMUNITÀ ITALIANA IN MESSICO
Dal 25 al 28 maggio, ho compiuto un’importante missione di contatto con la comunità italiana in Messico, coordinata dall’Ambasciatore Alessandro Busacca. L’utilità della visita alla nostra comunità in Messico mi ha consentito di acquisire elementi concreti e utili per un più concreto ed efficace sviluppo della mia attività parlamentare.
Le ragioni che mi hanno portato a visitare la comunità italiana in Messico sono molteplici. Sento prima di tutto il dovere di assolvere ad un impegno assunto con l’elettorato della mia ripartizione, al quale prima di essere eletta ho promesso dialogo e attenzione costanti. In secondo luogo, i segnali che ci vengono dalla scarsa partecipazione al voto per i COMITES ci fanno capire che la disaffezione e il distacco si curano prima di tutto dando una concreta dimostrazione che la rappresentanza è vicinanza, servizio e impegno per la risoluzione dei problemi. Il Messico, inoltre, è da anni uno dei paesi più dinamici sul piano economico e della trasformazione interna e la nostra comunità è un fattore non secondario di questa evoluzione. In una fase di crisi come quella che abbiamo conosciuto, l’Italia ha tutto l’interesse ad assecondare e sostenere il protagonismo di comunità attive, come quella italiana in Messico. La missione è iniziata con un incontro nella residenza dell’Ambasciatore Busacca con diversi membri del COMITES di Città del Messico, appena insediatosi. Sono state sollevate e discusse, tra le altre, le questioni relative alla conservazione di un seggio per il Messico nel nuovo CGIE, alla possibilità di avviare le procedure di un accordo bilaterale di previdenza sociale, alla copertura sanitaria dei cittadini italiani all’estero. Per quanto riguarda il seggio al CGIE, ho ribadito la mia richiesta, più volte manifestata al Sottosegretario Giro, che la legittima richiesta sia accolta nell’ambito di un’auspicabile revisione della tabella annessa alla legge vigente. Ha fatto seguito un ricevimento con una settantina di esponenti della comunità, ai quali, dopo alcune parole di presentazione dell’Ambasciatore, mi sono rivolta con un discorso nel quale ha indicato le ragioni della sua visita e ho toccato alcune delle questioni aperte nella vita comunitaria. La giornata successiva è stata molto densa di appuntamenti. È iniziata con l’incontro presso la locale Camera di Commercio nel corso del quale è stata rimarcata l’esigenza di un riassorbimento dei tagli, auspicato anche dai deputati del PD eletti all’estero in occasione della legge di stabilità, che hanno fortemente penalizzato le Camere all’estero, che, come è noto, hanno una funzione strategica di moltiplicazione degli effetti degli interventi finalizzati all’internazionalizzazione. In quest’ottica, è stato affrontato anche il tema dei rapporti delle Camerestero con l’ICE. Di seguito, mi sono incontrata con i rappresentanti del patronato ITAL UIL e dell’associazione AIA, e l’attenzione si è spostata sulle questioni previdenziali e assistenziali. Mi sono state rappresentate le situazioni relative alle procedure di erogazione delle pensioni italiane, l’attesa di un accordo bilaterale di previdenza sociale, l’esigenza di preservare, alla luce dei tagli registrati alcuni mesi fa, l’insostituibile presenza del patronato in Messico, la ricerca di forme di copertura sanitaria in loco più efficienti rispetto a quelle ordinarie e altri aspetti di forte sensibilità per la nostra comunità. A seguire, guidata dal Direttore, ho visitato il locale Istituto di cultura toccando i temi della promozione della lingua e della cultura italiana in Messico. La giornata si è conclusa con un’intervista rilasciata a “Punto di incontro”, la pagina web della comunità italiana in Messico, durante la quale si è parlato del particolare lavoro dei parlamentari eletti all’estero, del ruolo degli italo-messicani nei percorsi di internazionalizzazione, della possibilità di accordi bilaterali tra i due Paesi. L’indomani, accompagnata dall’Ambasciatore Busacca, mi sono recata a Chipilo, una città dove si registra una forte presenza di discendenti di emigrati da Segusino, un paese in provincia di Treviso. Qui siamo stati ricevuti dal Sindaco di Chipilo, e, accompagnati da due giovani antropologhi che lavorano presso il centro culturale italiano, abbiamo visitato l’archivio del paese, la biblioteca, il comune ed altri luoghi significativi per la storia della comunità. In particolare, è stato segnalato l’interesse linguistico per la lingua parlata nel paese, che è oggetto di studi approfonditi da parte di glottologi italiani e messicani. Il viaggio è continuato nella città di Puebla, che registra anch’essa una consistente presenza di italiani. Il neo console onorario ha organizzato, in un locale italiano dei dintorni, un pranzo con numerosi imprenditori italiani, ai quali ho rivolto un breve saluto accennando alle ragioni della mia presenza e chiedendo indicazioni utili per il suo lavoro di parlamentare. A conclusione della mia missione, ho sottolineato l’utilità della visita alla nostra comunità in Messico, che mi ha consentito di acquisire elementi concreti e utili per un più concreto ed efficace sviluppo della mia attività parlamentare e ho ringraziato l’Ambasciatore Alessandro Busacca per l’ottima organizzazione del programma e, più in generale, per l’incisiva attività svolta a beneficio del nostro Paese e della comunità italiana.