“CURA ITALIA”: FARE RIFERIMENTO ANCHE ALLE CAMERE DI COMMERCIO ITALIANE ALL’ESTERO

Governo e maggioranza stanno cercando di fare di tutto per mettere in sicurezza la salute degli italiani e per fare in modo che il Paese riparta presto e bene, per evitare che le conseguenze sociali ed economiche siano meno deleterie di quelle sanitarie.
Nel Decreto “Cura Italia”, all’attenzione della Camera, sono previste diverse misure sull’uno e sull’altro versante. In particolare, anche la creazione di un fondo per il sostegno all’internazionalizzazione e il rilancio del Made in Italy, a partire da due ampie campagne da sviluppare nel mercato globale, una di informazione e un’altra promozionale.
Ho proposto che per sviluppare queste campagne e orientarle verso esiti concreti e positivi, oltre all’ICE e all’ENIT, giustamente richiamati, si faccia riferimento allo strumento più articolato ed efficace di cui l’Italia si possa servire, vale a dire la rete delle Camere di Commercio italiane all’estero.
In un momento come questo, infatti, sarebbe poco razionale privarsi dell’apporto di una rete che raggruppa 74 organizzazioni, operanti in 53 Paesi del mondo, che associano, su base volontaria, 20.000 imprese, sviluppando annualmente più di 300 mila contatti di affari.
Sarebbe bene dare un segnale preciso fin dal testo della norma e, in ogni caso, l’invito che rivolgo al Ministro degli esteri è che, comunque, nello sviluppo dei piani operativi degli interventi per l’internazionalizzazione, si tenga conto dell’importante opportunità costituita dalle Camere di Commercio italiane all’estero.